Lanciano: manifestazione regionale contro la Legge di bilancio

A Lanciano il 17 novembre manifestazione regionale di Uil e Cgil Abruzzo: 8 ore di sciopero per chiedere modifiche alla proposta di Legge di bilancio del Governo Meloni

Gli autobus partiranno da tutta la regione, anche dall’Aquila, per prendere parte alla mobilitazione. Uil e Cgil chiedono provvedimenti in tema di salari, contratti, precarietà e politiche industriali, ma anche su sicurezza sul lavoro, fisco, previdenza e rivalutazione delle pensioni, istruzione e sanità, importantissimi per rilanciare la crescita.

“Invitiamo tutti i lavoratori a partecipare per dire un ‘no’ deciso a questa manovra che di fatto penalizza pesantemente il lavoro nei servizi pubblici – afferma Antonio Ginnetti, segretario provinciale Uil Fpl – Quanto stanziato dal governo non è sufficiente a recuperare l’inflazione, servono quindi più stanziamenti per i ccnl pubblici, per i salari e per la sanità pubblica, che uscirebbe duramente penalizzata da questi provvedimenti. I lavoratori vengono inoltre penalizzati sulle future pensioni. Per tutti questi motivi bisogna scendere in piazza per cambiare la manovra, così come è pensata”.

Secondo i sindacati la Legge di bilancio per il 2024 apporta diverse novità negative in materia pensionistica:

ART. 30 APE SOCIALE

Il requisito anagrafico di accesso all’Ape sociale, previsto dall’art. 1, commi da 179 a 186, della legge 11 dicembre 2016 n. 232, viene modificato da 63 anni a 63 anni e 5 mesi, mentre non ci sono variazioni per ciò che concerne i requisiti soggettivi e contributivi. Ovvero, se rientranti nella categoria dei disoccupati, il requisito contributivo è pari a 30 anni. Se si assiste una persona con handicap grave, in base a quanto disposto dall’art. 3, comma 3, della legge 104/92, il requisito contributivo è pari a 30 anni. Se affetti da un’invalidità pari o superiore al 74%, il requisito contributivo è pari a 30 anni.  Se rientranti nella categoria dei lavori gravosi, il requisito contributivo è pari a 36 anni, che scendono a 32 per gli operai edili, per i ceramisti e per i conduttori per la formatura di impianti in ceramica e terracotta. Sono considerate attività gravose: personale delle professioni sanitarie infermieristiche ed ostetriche ospedaliere con lavoro organizzato in turni; addetti all’assistenza di persone in condizione di non autosufficienza; insegnanti della scuola dell’infanzia ed educatori degli asili nido.

OPZIONE DONNA 

Per quanto riguarda, invece, la misura di pensionamento anticipato ‘Opzione donna’, introdotta dall’art. 16 del decreto-legge 28 gennaio 2019, n. 4, e modificata così come stabilito nella nuova Legge di bilancio, consente l’uscita dal lavoro a tutte le lavoratrici al raggiungimento di 61 anni di età e 35 anni di contributi, requisiti peggiorati, a fronte del requisito anagrafico di 60 anni previsto per il 2023. Le lavoratrici madri potranno usufruire anche per quest’anno dello sgravio anagrafico legato al numero di figli, essendo prevista la riduzione dell’età di accesso di un anno per ogni figlio, nel limite massimo di due. Il calcolo dell’assegno pensionistico avverrà interamente con il metodo contributivo, tagliando, di fatto, la quota retributiva della pensione e causando un taglio della stessa di circa il 30%. Oltre a questi requisiti, poi, la lavoratrice deve rispettare uno dei seguenti requisiti soggettivi:  assistere una persona con handicap grave, secondo quanto previsto dall’art. 3, comma 3, della legge 104/92; avere un’invalidità pari o superiore al 74%, essere lavoratrice licenziata o dipendente di imprese con tavolo di confronto presso la struttura per la crisi d’impresa al Ministero.

QUOTA 103

La Legge di Bilancio per il 2024 ha rinnovato la misura Quota 103, prevista dall’art.14.1 del decreto-legge 28 gennaio 2019, n. 4, convertito, con modificazioni, dalla legge 28 marzo 2019, n. 26, mantenendone inalterati i requisiti di accesso, pari a 62 anni di età e 41 anni di contributi, ma peggiorando il sistema di calcolo, che, come per Opzione donna, sarà interamente contributivo e l’importo dell’assegno non potrà essere superiore a 4 volte il trattamento minimo, ovvero 2013,08 euro lordi, con una perdita di circa il 30% di pensione. Oltretutto, la finestra utile per poter accedere alla misura viene allungata da 3 a 7 mesi per i lavoratori privati e da 6 a 9 mesi per il lavoro pubblico. L’allungamento delle finestre comporta la quasi parificazione della misura Quota 103 con la pensione anticipata della Legge Fornero, che per le lavoratrici prevede un requisito contributivo pari a 41 anni e 10 mesi, a prescindere dall’età. Le nuove finestre porterebbero quasi ad escludere le donne da questa opzione di uscita anticipata flessibile arrivando ad un requisito contributivo per Quota 103 a 41 anni e 9 mesi.

ART 33 MODIFICA DELLE ALIQUOTE DI RENDIMENTO

L’art. 33 del testo in esame è stato il definitivo colpo di grazia della Legge di bilancio al sistema pensionistico, peggiorando le aliquote di rendimento previste dalla Tabella all’allegato A della legge 26 luglio 1965 n. 965 e dando luogo ad una penalizzazione della quota retributiva di pensione cosiddetta Quota A. Penalizzati dal nuovo sistema di aliquote saranno coloro che al 31/12/1995 non hanno maturato almeno 15 anni di contribuzione. Questo vale per tutte le pensioni liquidate dal 01 gennaio 2024, quindi per tutte le lavoratrici ed i lavoratori per i quali la decorrenza di pensione è dopo il 31/12/2023. Inoltre, nello stesso articolo si specifica che per coloro che ricevono un miglioramento dall’applicazione delle nuove aliquote, questo non si applica, ma il calcolo si baserà sulla vecchia tabella. In merito a ciò, è stato effettuato uno studio che confronta il precedente metodo di calcolo con il nuovo, evidenziando la perdita sulla quota retributiva di pensione, basato su redditi reali di lavoratori già in quiescenza appartenenti a sei categorie professionali del lavoro pubblico e differenziati per anzianità di contribuzione. Oltretutto, sono state penalizzate le casse di pensione Cpdel (Cassa pensioni enti locali), Cps (Cassa pensioni sanitari) e Cpi (Cassa pensioni insegnanti)