La città di Lanciano piange la scomparsa di Gennaro Spinelli, 84 anni, uno degli ultimi testimoni del Samudaripen, lo sterminio dei popoli Rom e Sinti ad opera dei nazisti. Morto a causa del Covid, era il papà del musicista Alexian Santino Spinelli.
Numerosi gli attestati di cordoglio ai suoi sei figli. Durante la Seconda Guerra Mondiale, a 6 anni Gennaro Spinelli, insieme alla famiglia, fu internato e poi portato dai fascisti in un campo di concentramento a Bari. Le sue testimonianze sulle violenze e crudeltà gratuite perpetrate contro il suo popolo sono state rese anche in un documentario sul genocidio dei popoli rom e sinti. A Lanciano è stato tra i principali ospiti all’inaugurazione, nel 2018, del monumento al Samudaripen, l’olocausto di mezzo milione di Rom e Sinti: con il figlio Santino Spinelli depose una corona di alloro al sacello romanì, il secondo in Europa dopo quello di Berlino.
“Nei confronti di Gennaro Spinelli sono debitrice di testimonianze storiche – commenta la presidente dell’Anpi Lanciano, Maria Saveria Borrelli – Un uomo sempre presente con dignità e silenzio alle manifestazioni di ricordo. Ricordava con dolore la ghettizzazione subita nonostante fosse cittadino italiano. Preziose le sue testimonianze perché tutto ciò non accada più”. “Papà mi ha insegnato l’amore per la musica e il rispetto per ogni essere umano – dice affranto Santino Spinelli – Benché deportato dai fascisti a soli sei anni non ha mai mostrato odio o rancore, ma ci ha insegnato ad amare. Dispensava battute e tanta umanità a tutti”.
I funerali si terranno domani alle 10 nella Cattedrale di Lanciano, in piazza Plebiscito, nel rispetto delle norme anti-covid.