Nell’ambito della Rassegna di Teatro Dialettale “Premio Maschera d’oro- Città di Lanciano”, domani e dopo domani di scena al Fenaroli lo spettacolo “Parenti Serpenti”
La Rassegna a cura dell’Associazione Amici della Ribalta, inserita nel cartellone 2024/2025 del Teatro Fenaroli di Lanciano, presenta, fuori abbonamento, uno spettacolo ormai cult: “Parenti serpenti”, di Carmine Amoroso per la regia di Mario Pupillo e Luigi Marfisi messo in scena dalla compagnia “Amici della Ribalta” di Lanciano.
Il periodo natalizio è il più indicato per le atmosfere e il clima nelle quali è ambientata la pièce, il cui allestimento è rispettoso della originale stesura di Carmine Amoroso che con il cuore lancianese ha voluto inserire la ricorrenza della Squilla. Per i lancianesi il 23 dicembre alle 18 suona la campanella sulla torre civica e, dopo un pellegrinaggio alla chiesa dell’Iconicella e ritorno, i fedeli si ritrovano in piazza per un rito collettivo di scambiarsi gli auguri, mettere da parte le liti e poi ritrovarsi a casa del più anziano per lo ricevere doni. Questa scena, tagliata nei vari allestimenti teatrali di questi decenni, è stata inserita per ovvie ragioni. La scansione del tempo è affidata ad un calendario a vista che viene cadenzato dal nipote che nel contempo inserisce il suo diario delle feste natalizie. La cena natalizia è reale e il profumo dei fedelini con il tonno , baccala e capitone sono una provocazione per il pubblico, specie se a digiuno. Il tutto contribuisce a portare lo spettatore dentro la vicenda, a farlo sentire a casa di Trieste. Il finale è quello solito ma si avvale di un artificio scenografico d’effetto che sanziona la soluzione dei figli. Ottima l’interpretazione di Trieste da parte di Gigliola D’Antonio che era stata protagonista del 2003 e ritorna dopo 20 anni con immutata bravura. Gino Marfisi è un superbo Saverio, marito ormai in preda a decadimento cerebrale. Entrambi hanno guadagnato premi e grandi consensi. I figli e i parenti acquisiti meritano tutti il plauso e anche loro hanno ottenuto premi, nel rappresentare con puntualità, una società che mostra gli egoismi, le menzogne, i tradimenti, gli scarica barile per evitare di prendersi carico dei genitori. Si ride tanto ma il finale è tragico che stordisce il pubblico a prendere atto di un esito, che seppur rivisitato nella realtà, mette in luce l’abbandono dei “vecchi” che il passare degli anni dal debutto di questa pièce diventa sempre più evidente.