Lanciato con successo il satellite italiano Prisma che studierà la composizione chimico-fisica della Terra. Un po’ d’Abruzzo in orbita con Telespazio.
E’ stato lanciato con successo alle 2.50 (ora italiana) da Arianespace, a bordo di un vettore VEGA decollato dalla base spaziale europea di Kourou (Guyana francese), il satellite PRISMA dell’Agenzia Spaziale Italiana (ASI). 118 minuti circa dopo il lancio, alle 4.48 italiane, il primo segnale dal satellite è stato acquisito dalla sala controllo LEOP (Launch and Early Orbit phase) del Centro Spaziale del Fucino di Telespazio. Da qui si svolgeranno nei prossimi giorni le attività di messa in orbita e di test del satellite, che sarà pienamente operativo dalla metà del prossimo mese di giugno.
Il satellite PRISMA, spiega Telespazio, andrà a completare l’offerta attuale nel segmento spaziale di osservazione della Terra dell’Agenzia Spaziale Italiana, finora essenzialmente basato sui radar ad apertura sintetica della costellazione COSMO-SkyMed, con un sensore ottico iperspettrale innovativo, in grado di acquisire immagini della superficie terrestre contenenti informazioni sulla composizione chimico-fisica degli oggetti presenti nella scena osservata e quindi di fornire un contributo informativo unico per diverse applicazioni.
PRISMA è stato realizzato da un Raggruppamento Temporaneo di Imprese, guidato da OHB Italia, responsabile della missione e della gestione dei tre principali segmenti (terra, volo e lancio) e Leonardo, che ha realizzato la strumentazione elettro-ottica iperspettrale, oltre a diversi equipaggiamenti di bordo, come i sensori d’assetto e il pannello solare.
Telespazio ha realizzato per il programma PRISMA il Segmento di Terra e gestisce la fase LEOP, che va dal momento della separazione del satellite dal razzo vettore fino al raggiungimento della posizione orbitale finale, e le attività di test in orbita. Il Ground Segment comprende il Centro di controllo della missione, che si trova presso il Centro Spaziale del Fucino, e il Centro di acquisizione, processamento e distribuzione dei dati, a Matera.
Thales Alenia Space ha realizzato il sistema di trasmissione dei dati a bordo del satellite.
“PRISMA ha portato in orbita la capacità del sistema Italia di fare Spazio e rappresenta la prima missione iperspettrale in Europa – ha commentato il Commissario Straordinario dell’Agenzia Spaziale Italiana Piero Benvenuti – come tale, rappresenta un’occasione unica per lo sviluppo di know how avanzato e per la sperimentazione del contributo innovativo atteso dai dati iperspettrali nel settore delle applicazioni di Osservazione della Terra. PRISMA, inoltre, assume un ruolo strategico nella prospettiva di una futura missione operativa iperspettrale nell’ambito delle missioni Sentinel del Programma Europeo Copernicus”.
“La tecnologia di Leonardo è il cuore di questa missione: la nostra telecamera iperspettrale, la più evoluta e più potente al mondo, doterà l’Italia della capacità di studiare il Pianeta come mai prima è stato possibile – ha commentato Alessandro Profumo, Amministratore Delegato di Leonardo – Il nostro Centro del Fucino seguirà la messa in orbita e i primi test di funzionamento fino a garantire alla comunità scientifica l’accesso a dati preziosi per lo sviluppo sostenibile. Leonardo mette tutto il proprio impegno in questa grande sfida, con l’energia, le competenze e la dedizione di donne e uomini che aprono nuove strade di innovazione tecnologica”.
Il satellite PRISMA, nei suoi 5 anni di vita operativa, darà un contributo fondamentale al monitoraggio dell’inquinamento e dei cambiamenti ambientali e supporterà la gestione delle risorse naturali e delle emergenze. La tecnologia iperspettrale di cui è dotato il satellite permette, infatti, di vedere più dell’occhio umano e di riconoscere non solo le forme degli oggetti ma anche quali elementi chimici contengono. Ogni materiale ha una propria firma spettrale, una vera impronta digitale: una combinazione unica di colori, detti bande spettrali. La strumentazione elettro-ottica di PRISMA è in grado di analizzare questa firma dalla sua orbita a 615 km di altezza, un monitoraggio all’avanguardia che sarà in grado di identificare un oggetto o risalire alle caratteristiche di un’area sotto osservazione.
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