Il cooperatore abruzzese Francesco Barone in questi giorni è tornato in Congo per portare, grazie alla sua associazione “Help senza confini”, aiuti ad una popolazione sempre più stremata a causa di violente lotte intestine.
Francesco Barone lancia un ennesimo disperato appello dal campo profughi alla periferia di Goma, nel Congo, dove donne uomini e soprattutto bambini, vivono in condizioni di assoluta precarietà con la minaccia di attacchi e saccheggi quotidiani da parte delle milizie di M23, un gruppo di ribelli che mira al controllo del Paese:
“L’Occidente deve assolutamente prendersi carico di questa situazione divenuta insostenibile – ci racconta dal Congo Barone – dopo lo sfruttamento senza pietà della popolazione nelle miniere di cobalto e diamante, è giunto il momento di dare, più che prendere. Qui ci sono bambini che muoiono di fame e le associazioni umanitarie fanno quello che possono, ma tutta questa violenza, disperazione e povertà sono davvero intollerabili. Lancio un appello a tutti coloro che possono in qualche modo dare anche un piccolo contributo per questa popolazione così martoriata. Con la mia associazione “Help senza confini” siamo presenti più che possiamo, ma non basta serve l’aiuto di tutti e l’intervento delle massime istituzioni perché questa gente non va lasciata sola.”