A 12 anni dal sisma c’è un patrimonio immobiliare enorme del Comune dell’Aquila. Per quel che riguarda il Progetto case, voluto dall’allora premier Silvio Berlusconi per dare agli sfollati aquilani una risposta abitativa immediata, 4500 appartamenti e 1180 map, moduli abitativi provvisori.
Il Progetto casa ha dato alloggio a 30 mila sfollati nell’immediato dopo sisma, scesi poi a 14 mila sino ad arrivare a dieci anni dal sisma ad 8 mila persone. Dopo 12 anni alcuni appartamenti sono stati assegnati a precise categorie mantenendo una certa vivacità abitativa mentre altri aquilani sono tornati a casa, terminata la ricostruzione della propria abitazione.
La novità, come spiega a Rete 8 l’assessore al patrimonio Fausta Bergamotto, è che ci sono dei fondi Cipe per uno studio e il sindaco Biondi si è battuto molto per averli.
Attraverso l’assistenza tecnica della struttura di missione presso la presidenza del Consiglio dei Ministri si è fatta una convenzione con il Formez per uno studio che andrà terminato entro l’anno e che è ricognitivo di tutto il patrimonio post sisma. Questo permetterà, secondo la Bergamotto, “di produrre un programma o un progetto per l’uso del piano case per individuare ad esempio cosa mantenere o cosa dismettere, quali appartamenti possono essere valorizzati in termini turistici e altro”.
Alcuni saranno probabilmente abbattuti e sono quelli già dismessi per problemi strutturali. Altri appartamenti, nello specifico una piastra a Roio, saranno dati all’Università come da loro chiesto per il Collegio Ferrante d’Aragona.
C’è anche una delibera che permette al Comune di affittare il Progetto case anche a privati con un canone concordato per tenerli comunque in funzione: quelli liberi attualmente sono circa 600, considerando che c’è una percentuale messa a disposizione per le fragilità o per situazioni di emergenza sociale.