Avviato il confronto e dibattito per mettere a punto un piano per l’illuminazione pubblica in città. Si parte dal centro storico.
Immaginate di vivere in una città senza illuminazione, con tanti vicoli al buio, dove diventa difficile vedere dove si mettono i piedi camminando. Immaginate una città a macchia di leopardo, con zone in cui la vita è tornata normale e molte altre in cui ci sono cantieri, impalcature, zone rosse invalicabili. Una situazione che certamente si è evoluta nel giro di 10 anni, da quando il terremoto ha trasformato L’Aquila in una piccola Beirut.
Le cose cambiano, la vita torna alla sua normalità, le attività commerciali si insediano – sono sempre più quelle che negli ultimi tempi vogliono lasciare gallerie commerciali e centri periferici per tornare nel cuore della città – i palazzi tornano a essere abitati, ma manca ancora quel qualcosa in più in grado di dare davvero il senso, la misura di una vita normale, di qualità, e persino sicura. Perché, come dicono i più grandi sociologi e urbanisti, il livello di civiltà e, appunto, di qualità della vita di una comunità, si misura anche dal livello dell’illuminazione pubblica, della pavimentazione, della presenza di marciapiedi efficienti e di piste ciclabili.
Ed è su questi temi che adesso si sposta il dibattito all’Aquila: come dovrà essere l’illuminazione di una città rinata con palazzi storici, dalle facciate meravigliose, vicoli che nascondono Piccoli tesori, ma anche nuovi quartieri, Nati e sviluppati dopo il terremoto? E periferie che si sono modificate anno dopo anno? L’assessore alla ricostruzione pubblica e vicesindaco Raffaele Daniele promuove un convegno per arrivare a elaborare progetti per un illuminazione pubblica di ultima generazione, tecnologica, ed eco-compatibile.
Il servizio del Tg8