La Procura della Repubblica dell’Aquila ha depositato le richieste di condanna scritte per 7 dei 23 imputati nell’ambito del processo a dirigenti pubblici e a imprenditori nel campo dei beni culturali sui quali pendono le ipotesi di reato di corruzione e falso relativea commesse nella ricostruzione post terremoto
Sono severe le richieste del pm (variano da 7 anni e 8 mesi a due anni), in una vicenda giudiziaria risalente al 2017. Le posizioni degli altri imputati si avviano verso l’assoluzione o la prescrizione.
Secondo l’accusa, ci sarebbero state gare d’appalto con ribassi consistenti, che in seguito le ditte esecutrici, in accordo con i funzionari pubblici indagati, avrebbero avuto modo di recuperare durante i lavori con le cosiddette “perizie di variante”, riassegnate ad affidamento diretto o con procedure negoziate senza gara. Le indagini portate avanti dai carabinieri del Nucleo investigativo del Reparto Operativo dell’Aquila hanno riguardato il recupero post-sisma del patrimonio culturale vincolato. La sentenza è attesa per il prossimo novembre.
Tra le altre commesse, sulla ricostruzione del Teatro Comunale, ancora inagibile, sarebbero emersi profili di falso e corruzione. Più in particolare, due casi di falso e uno di corruzione riguarderebbero il consolidamento e restauro del “Nazareno De Angelis” che, secondo l’accusa, avrebbe fatto emergere una condizione di pericolosità geologica nel terreno, superata a quanto pare attraverso l’ingaggio di un geologo compiacente che avrebbe redatto una relazione geologica “ex post” e retrodatato la relazione geologica, inserendola tra la documentazione progettuale e omettendo di evidenziare l’impossibilità di collaudare l’opera da ricostruire.