I contrasti tra le due società che gestiscono la commessa Wind3 all’Aquila – Customer 2care e Contact Center Sud – mettono a rischio il destino lavorativo di 157 persone.
Due giorni fa è saltato il tavolo delle trattative riunito a Roma per cercare una soluzione, con la decisione improvvisa della società Contact Center Sud di Battipaglia di abbandonare tavolo e commessa: proprio a lei spettava di ricollocare i lavoratori dell’aquila, in una sorta di subappalto della Customer 2 care. I sindacati chiedono l’intervento delle istituzioni, della prefetta dell’Aquila Cinzia Torraco, del Governo. Presi, però, in questo momento, dalla gestione dell’emergenza Coronavirus. Intanto i lavoratori rischiano di essere licenziati, andando a dilatare quel bacino già ampio di disoccupati in città.
Una richiesta alla Asl, alla Protezione civile e alla prefettura per capire come comportarsi all’interno delle sedi dei call center. A scrivere sono i sindacati Cgil Cisl e Uil per sollecitare una risposta. I call center sono notoriamente luoghi in cui le postazioni dei lavoratori sono a distanza ravvicinata, spazi a volte troppo ridotti che non consentono un distanziamento. Cosa fare ad esempio, per quei lavoratori che dovessero essere fermati perché, appunto, in azienda non c’è spazio? Si dovrebbe ricorrere in questa fase alle ferie, ma non sempre è possibile, come nel caso del call center C2c, attivo con il nuovo gestore dai primi giorni di marzo e, dunque, con pochissime ferie maturate. Occorrerà ricorrere alla malattia? Tutto è ancora indefinito, in attesa che il Governo metta in atto un decreto apposito che vada ad attutire anche i risvolti negativi delle stringenti restrizioni decretate per contrastare l’epidemia.
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