L’Aquila: contratti non rinnovati alla Dompé, in campo anche la politica

Dompè

Dopo l’allarme della Cgil sono partite le interlocuzioni con la Dompé anche a livello nazionale sia per il mantenimento dei livelli occupazionali sia per il premio produttività.

L’azienda farmaceutica che ha sede anche all’Aquila, era intervenuta nel dibattito con una nota ufficiale spiegando le sue ragioni sul mancato rinnovo di trenta contratti di somministrazione. Scendono i volumi produttivi e la Dompé sceglie di difendere i dipendenti diretti, questa in estrema sintesi la ragione che l’azienda aveva esplicitato. “Durante la pandemia – ha spiegato l’azienda – il fatturato legati ai prodotti respiratori è sceso con una riduzione del 43% della produzione di sciroppi e gocce nello stabilimento aquilano”. Per questo ha scelto di non ricorrere a cassa integrazione per i dipendenti rinunciando al rinnovo di alcuni contratti di staff leasing e di servizio esterno alla naturale scadenza. L’azienda farmaceutica ha riferito di aver assunto in Italia nel 2020 ben 121 persone, 55 nel capoluogo, e in totale 90 a tempo indeterminato. Investimenti notevoli anche in ricerca.

La Cgil per prima aveva puntato l’attenzione sul tema, poi sono intervenuti il consigliere regionale Pierpaolo Pietrucci e il presidente del consiglio comunale Roberto Tinari. Quest’ultimo parla di un dramma che va scongiurato con la politica che deve scendere in campo, tanto più – ha detto – che l’azienda ha raddoppiato i ricavi in tre anni e ha ottenuto fondi per ampliare il sito aquilano. 30 addetti per Tinari “seppur non con contratto diretto non possono lasciare indifferenti, perché si tratta di 30 famiglie che rischiano di ritrovarsi sul lastrico e di un apparato di dipendenti che vede ridursi il salario per via del mancato rinnovo dell’integrazione che prevede la premialità per il raggiungimento degli obiettivi”.