Undici chilometri di piste, due impianti in funzione Fontari e Scindarella, belle giornate di sole e tanta neve. Il Gran Sasso si conferma meta gettonatissima per gli sciatori e anche in questo ultimo weekend sono state più di due mila le presenze.
Persone provenienti prevalentemente dal centro Italia, dal vicino Lazio ma anche dalle Marche. La stagione sta proseguendo bene seppur con i soliti problemi dei servizi e delle infrastrutture anche se, la presenza di ostelli e strutture regolarmente aperte, sta aiutando molto. Gli operatori sperano di colmare un po’ il disastro della stagione passata. L’enorme afflusso sulle piste ripropone il problema del traffico e dell’accesso alla stazione con tante multe elevate agli automobilisti per i parcheggi soprattutto nei weekend. In particolare, nei giorni scorsi gli sciatori si sono ritrovate delle contravvenzioni sul parabrezza fatte dai Carabinieri Parchi per violazione alla normativa in materia di tutela e valorizzazione delle foreste, dei pascoli e del patrimonio arboreo.
70 euro alle macchine parcheggiate nella stradina bianca che si trova alla base della funivia e molte polemiche. Alcuni turisti si sono lamentati dicendo che non c’è opportuna segnaletica che vieta la sosta, insomma ogni volta che in quota si fa una multa si riaccende il dibattito. Un problema che il direttore della scuola sci Assergi Gran Sasso Luigi Faccia in realtà predica da almeno trent’anni anni e che ripropone la necessità di un secondo accesso alla stazione da Montecristo o quantomeno, nel frattempo, di programmare meglio la situazione visto che l’afflusso è prevedibile.
Il direttore parla di un bilancio per ora ottimo, così come è stato per tutte le stagioni. Però ora sul tavolo delle cose da fare, spiega, si deve mettere necessariamente il secondo ingresso per Campo Imperatore da Montecristo superando questa criticità del tappo che si forma alla funivia. evidenziato proprio dal grande afflusso di turisti. Una volta fatto il secondo accesso va regolamentata la questione dei parcheggi secondo Faccia per evitare la repressione a valle e le multe che spesso inducono il turista poi a non tornare.