L’Aquila: il Pd sulle “sconcertanti dichiarazioni di Bertolaso”

La reazione del Pd alle parole dell’ex capo della Protezione civile Bertolaso sulla Commissione grandi rischi riunita a L’Aquila il 31 marzo 2009

A volte si perdono occasioni preziose per tacere: è accaduto il 31 marzo del 2009, quando una Commissione grandi rischi raccogliticcia e priva del suo capo, riunita a L’Aquila “perché lo chiedeva la città preoccupata da mesi di scosse”, si concluse con quell’improvvido e forse fatale invito a farsi un bicchiere di Montepulciano nella sicurezza della propria casa.
Forse, 16 anni dopo, anche l’ex capo della Protezione civile, in carica al tempo del sisma ma che a L’Aquila quel giorno non andò, avrebbe fatto meglio a tacere. Perché, e c’era da aspettarselo, le sue parole hanno riportato a fior di pelle la rabbia e l’indignazione di chi invece c’era, quel giorno, e i successivi.
Ieri in questo articolo avevamo riportato le dichiarazioni relative alla convocazione della Commissione, riunita a L’Aquila il 31 marzo del 2009, una settimana prima della grande scossa.
In un comunicato stampa diffuso oggi il Partito democratico parla di sconcertante leggerezza di Bertolaso nel riconoscere, 16 anni dopo, di avere sbagliato a convocarla.

“Cercare di tranquillizzare, eccolo il punto a cui si torna di nuovo, 16 anni dopo. D’altra parte, Bertolaso lo aveva chiarito nella telefonata all’allora assessora regionale Daniela Stati che i più insigni esperti di terremoti sarebbero venuti all’Aquila, il 31 marzo 2009, per ‘zittire subito qualsiasi imbecille, placare illazioni, preoccupazioni, eccetera’. Una operazione mediatica, così – testualmente – la definì Bertolaso – ricordano i dem – L’operazione mediatica riuscì, gli aquilani e le aquilane furono tranquillizzati da quella riunione. Sappiamo cosa accadde, poi. Bertolaso ha sempre negato, si è difeso, ha sbraitato, accusato, puntato il dito contro altri. Sedici anni dopo, oramai fuori da processi e polemiche, riconosce invece che no, non avrebbe dovuto mandare la Commissione Grandi Rischi, che quella riunione, quella operazione mediatica per tranquillizzare, fu un errore. E lo fa con leggerezza, nelle ore del ricordo e della memoria della strage che fu il 6 aprile 2009. Parole che indignano, che non si possono accettare; parole che rappresentano una vergogna, incancellabile”.

Intanto, le famiglie delle vittime attendono ancora l’approvazione del disegno di legge, presentato a prima firma Stefania Pezzopane nella passata legislatura e non approvato per la caduta del governo, ripresentato in questa legislatura dal senatore Michele Fina, che dovrebbe finalmente riconoscere i risarcimenti.

Di seguito la nota integrale del Pd:

“16 anni. Sono passati 16 anni. 16 anni di dolore, e di rabbia; 16 anni di battaglie, per chiedere verità e giustizia. 16 anni di processi, di impegno quotidiano affinché ciò che è stato all’Aquila non sia mai più, di percorsi condivisi con altri luoghi simbolo di tragedie evitabili e di indignazione per i comportamenti di chi non ha voluto assumersi mai alcuna responsabilità, e anzi le ha scansate, gettandole addosso alle vittime del terremoto che ha sconvolto le vite delle aquilane e degli aquilani.

16 anni dopo, ascoltare le parole di Guido Bertolaso, all’epoca sottosegretario di Stato e capo della Protezione civile nazionale, lascia sconcertati, amareggiati e fa riemergere una rabbia sopita ma che non si è mai placata. Ospite degli Stati generali della Protezione civile, Bertolaso ha detto: “Non avrei dovuto mandare la Commissione Grandi Rischi prima del terremoto. Non me lo chiedeva nessuno, non lo prevedeva la legge. Sono stato io, da sciocco, per cercare di tranquillizzare e spiegare agli aquilani la situazione”.

Cercare di tranquillizzare, eccolo il punto a cui si torna di nuovo, 16 anni dopo. D’altra parte, Bertolaso lo aveva chiarito nella telefonata all’allora assessora regionale Daniela Stati che i più insigni esperti di terremoti sarebbero venuti all’Aquila, il 31 marzo 2009, per “zittire subito qualsiasi imbecille, placare illazioni, preoccupazioni, eccetera”.

Una operazione mediatica, così – testualmente – la definì Bertolaso. E l’operazione mediatica riuscì, gli aquilani e le aquilane furono tranquillizzati da quella riunione. Sappiamo cosa accadde, poi. Bertolaso ha sempre negato, si è difeso, ha sbraitato, accusato, puntato il dito contro altri.

16 anni dopo, oramai fuori da processi e polemiche, riconosce invece che no, non avrebbe dovuto mandare la Commissione Grandi Rischi, che quella riunione, quella operazione mediatica per tranquillizzare, fu un errore.

E lo fa con leggerezza, nelle ore del ricordo e della memoria della strage che fu il 6 aprile 2009. Parole che indignano, che non si possono accettare; parole che rappresentano una vergogna, incancellabile. Intanto, le famiglie delle vittime attendono ancora l’approvazione del disegno di legge, presentato a prima firma Stefania Pezzopane nella passata legislatura e non approvato per la caduta del governo, ripresentato in questa legislatura dal senatore Michele Fina, che dovrebbe finalmente riconoscere i dovuti risarcimenti. Il governo Meloni aveva promesso che il provvedimento sarebbe stato approvato.

Oltre la retorica degli stucchevoli video pubblicati dall’amministrazione comunale, capace di fare propaganda politica anche nel giorno del ricordo e della memoria, ci aspettiamo che il sindaco si impegni, in prima persona, affinché il Governo mantenga quella promessa. È più urgente che mai, dopo le parole di Bertolaso”.

Nota firmata da: Stefania Pezzopane, Consigliera comunale Pd, Stefano Albano, Capogruppo Pd e Segretario provinciale, Stefano Palumbo, Consigliere comunale Pd, Nello Avellani, Segretario Pd L’Aquila, Pierpaolo Pietrucci, Consigliere regionale Pd, Michele Fina, Senatore Pd