II Munda deve rientrare nella sede originaria nel Castello cinquecentesco dell’Aquila e diventare il Museo Nazionale d’Abruzzo del secondo millennio con all’interno l’Officina del Castello. Con questi obiettivi è stata lanciata la nuova stagione del Munda, alla presenza del direttore, Maria Grazia Filetici, e Vincenzo Cerulli Irelli, membro del Consiglio di amministrazione.
Il ritorno nella sede originaria e il recupero delle opere d’arte patrimonio del museo, a quasi dodici anni dal terremoto, sembrano quasi una realtà. Parte del primo lotto di restauro post terremoto del Forte Spagnolo, noto come Castello, è quasi concluso. “Auspico che il Museo nazionale d’Abruzzo possa rientrare entro Natale nella sua sede originaria”, ha detto Cerulli Irelli.
“L’inserimento del Munda nel gruppo dei 14 Musei nazionali, con autonomia, è un riconoscimento straordinario al valore della struttura fatto dal Ministero. La nuova gestione consentirà di accedere anche a finanziamenti esterni su progetti culturali di natura diversa da quelli museali”.
“Il Munda sarà un museo del secondo millennio, che vanterà la presenza dell’Officina del Castello. Un proprio laboratorio per la cura delle opere d’arte (diagnostica, conoscenza storica, recupero) all’interno della sede stessa”, ha detto il direttore Filetici. “Oggi iniziamo a riprendere il cammino raccogliendo opere della Diocesi, private e le tante opere della collezione del Museo, ricoverate altrove, dopo il terremoto”.
Tra gli obiettivi del nuovo direttore c’è quello di restituire il Mammut (Elephas meridionalis) alla sua città e riportare il Gonfalone. Per quest’opera è previsto, a breve, un’allestimento di particolare cura all’interno del Munda. Nel suo nuovo corso il Munda non tralascerà il territorio. Darà spazio alle sue eccellenze manuali, come il Tombolo, e al rapporto con gli altri enti per la promozione turistica.