L’Aquila: palestinesi arrestati, riesame dispone scarcerazione per due

Il tribunale del Riesame dell’Aquila ha annullato l’ordinanza di custodia cautelare ordinando l’immediata liberazione per Ali Irar e Mansour Doghmosh, due dei tre palestinesi arrestati a marzo all’Aquila, con l’accusa di associazione con finalità di terrorismo internazionale

A luglio, anche la Cassazione aveva deciso di annullare la richiesta del mandato di cattura, pur rimandando l’ultima decisione per la loro scarcerazione allo stesso Tribunale del Riesame che si è pronunciato questo pomeriggio.

C’è soddisfazione da parte degli attivisti che oggi, davanti al tribunale dell’Aquila, hanno portato avanti un sit-in a sostegno dei tre palestinesi arrestati in vista del pronunciamento del Ttribunale del riesame che ha scarcerato Ali Irar e Mansour Doghmosh. A fine udienza, l’avvocato Flavio Rossi Albertini si è fermato a parlare con i manifestanti. “Il pubblico ministero – ha detto loro – ha tentato di integrare le lacune individuate a luglio dalla Cassazione che hanno determinato l’annullamento. Lacune che a nostro giudizio restano tali”.

“D’altra parte il pronunciamento della Cassazione su Ali e Mansour è piuttosto chiaro – ha aggiunto – l’accusa avrebbe dovuto dimostrare una partecipazione attiva in attentati di matrice terroristica, attività che non rientrino nella legittima difesa o nel diritto all’autodeterminazione dei popoli”. “Tutto quello che possono dire sui miei assistiti – ha concluso – è che ‘forse’ hanno qualche ruolo nella resistenza in Cisgiordania ma questo non è reato in Italia. Diventa reato solo se è configurato come terrorismo, così come definito dalla convenzione di New York nel 1999. O riescono a dimostrare che hanno travalicato quei limiti posti dal diritto internazionale, oppure, in assenza di altre prove, non possono trattenerli”.

Il comitato ‘Palestina L’Aquila’ ora chiede la scarcerazione anche per Anan Yaeesh. Quest’ultimo è l’unico per il quale, fin da questa estate con l’udienza in Corte di Cassazione, era stata confermata la misura della detenzione in carcere.

Barbara Orsini: