Ennesimo colpo di scena nella vicenda del parco urbano di piazza d’Armi. Una svolta dopo anni di tira e molla. Il Comune ha rescisso il contratto di appalto con l’impresa Rialto costruzioni
Un contratto di 10mila euro firmato nel 2016 con un aumento successivamente dei costi di realizzazione. Nell’albo pretorio c’è la delibera che parla di ritardi e inadempienze dell’appaltatore, redatta dal Rup il 9 agosto del 2022.
Per questo si è deciso di chiudere con la ditta di Caserta. Il Comune peraltro si riserva anche di chiedere i danni. Una decisione che, per la verità, era un po’ attesa dal momento che l’Anac a febbraio aveva mosso delle osservazioni in merito all’iter dell’appalto.
Il Comune, stazione appaltante, spiega che non è stato messo in condizione di esprimersi in merito all’ammissibilità delle modiche progettuali né tantomeno di quelle di prezzi. Di qui lo stallo del procedimento di verifica del progetto esecutivo, condizione essenziale per l’approvazione del progetto e l’avvio effettivo dei lavori.
Una situazione che per l’ente non è cambiata neanche quando c’è stata la diffida e messa in mora. Inoltre si legge nella delibera che costituisce gravissimo inadempimento dell’appaltatrice l’aver omesso di sostituire con alta garanzia fideiussoria quella che è venuta meno a causa dell’accertato stato di insolvenza del primo prestatore.
I tempi dunque si allungano ulteriormente. Come si ricorderà a febbraio l’autorità anti corruzione aveva sottolineato che il primo progetto esecutivo redatto dall’impresa presentava considerevoli modifiche rispetto al progetto definitivo approvato dall’amministrazione e posto alla base della gara con l’importo dei Lahori passato da 10 milioni di euro circa a più di 15. Un progetto che quindi per l’Anac non era conforme.
Il Parco urbano avrebbe dovuto riqualificare l’intera area attigua ai già esistenti impianti sportivi.