Le politiche scolastiche nazionali colpiscono al cuore l’Abruzzo, che anno dopo anno conta sempre meno iscritti soprattutto nelle aree interne montane.
Un quadro regionale sempre più preoccupante quello denunciato questa mattina in conferenza stampa dai sindacati della scuola che in modo unitario hanno deciso di lanciare un appello non soltanto all’Ufficio scolastico regionale, ma anche alla politica nazionale responsabile di una vera e propria diaspora di studenti e alunni dalle aree interne verso le città. Un impoverimento sociale inaccettabile per lo Snals, il Sindacato nazionale autonomo della scuola. Negli ultimi quattro anni la popolazione scolastica regionale è passata da 179mila alunni ai 172mila iscritti per quanto riguarda l’anno scolastico corrente. Dati allarmanti, risultato delle politiche scolastiche che riducono la formazione delle classi (e l’assunzione degli organici) a un calcolo informatico che non tiene conto delle caratteristiche e delle problematiche dei territori, come ad esempio L’Aquila e tutto il cratere sismico passato e recente.