Dopo aver manomesso i contatori consegnavano alle Ferrovie dello Stato meno carburante di quanto fosse stato acquistato. Per questo la procura di Torino ha chiesto il rinvio a giudizio di otto persone: i titolari di due società dell’Aquila e alcuni camionisti, indagati di truffa aggravata, frode in forniture pubbliche e contraffazione di sigilli.
L’inchiesta è partita da alcuni episodi avvenuti tra il marzo e il giugno 2017 nei depositi della Rete ferroviaria italiana di Torino Stura, Settimo Torinese e Orbassano. A denunciare è stata la stessa Rfi. Gli approfondimenti, condotti dalla Guardia di Finanza del capoluogo piemontese, hanno permesso di scoprire che i camionisti ottenevano dalle due società, collegate perché appartenenti alla stessa famiglia, delle somme in nero per aver portato a termine l’incarico che comportava un danno alla società ferroviaria e notevoli risparmi per i fornitori.