Dopo la sentenza del Consiglio di Stato che ieri ha dato ragione al Comune dell’Aquila, che non dovrà revocare nessuna licenza rilasciata nel post-sisma, in quanto nessun criterio che regola la materia del commercio è stato violato, si riapre il dibattito sulla convivenza tra le attività commerciali e i residenti in centro storico.
Otto attività su 10 – come sottolinea il nuovo presidente della Confcommercio aquilana Angelo Liberati – sono di somministrazione: bar, locali e ristoranti. Occorre una pianificazione diversa da parte del Comune, per incentivare una diversificazione delle attività in centro storico.
A preoccupare è anche l’interesse di imprenditori della grande distribuzione su un territorio, quello aquilano, che secondo Confcommercio non è in grado di ospitare più grandi strutture. Sul tavolo del Comune non c’è soltanto la galleria commerciale di Centi Colella ma altre due: una è stata già approvata dalla giunta e riguarda un terreno tra Cansatessa e Pettino, un’altra approderà in commissione e interessa e si trova a Santa Barbara.
L’Aquila demograficamente non è cresciuta in questi anni, dice Liberati, e non è in grado di reggere il volume d’affari necessario.