Dopo le denunce degli ambientalisti, dei cittadini e della SOA, Stazione Ornitologica Abruzzese, sulla vicenda del taglio degli alberi nelle Gole di San Venanzio, nel Parco del Sirente-Velino, interviene la Regione.
La SOA ha reso noto che la Regione Abruzzo ha segnalato che il taglio selvaggio di alberi lungo il fiume Aterno, nelle Gole di San Venanzio, non ha rispettato le procedure regionali e comunitarie in materia. L’intervento avrebbe violato la legge regionale 3 del 2014 e la Direttiva comunitaria sulla Valutazione di Incidenza per la tutela di habitat e specie di interesse comunitario. Dopo il primo esposto della Stazione Ornitologica Abruzzese, il Genio Civile aveva replicato che i lavori erano stati fatti i somma urgenza per tutelare la linea ferroviaria. La SOA aveva controreplicato ricordando che i tagli di singole piante in conflitto con la sicurezza della ferrovia o della circolazione possono essere previsti facendo manutenzione ordinaria e seguendo le norme di legge; inoltre SOA segnala tagli sull’altra sponda del fiume, ben distante dal tracciato ferroviario.
“Sarà interessante – si legge nella nota della SOA – anche ai soli fini del progresso scientifico, comprendere come la crescita di piante di alto fusto sia potuta avvenire in poche settimane, invece che in decenni, tanto da giustificare non una manutenzione ordinaria ma un intervento in somma urgenza. che il D.lgs.50/2016 riserva agli eventi e alle situazioni impreviste, con quello che ne consegue anche sotto l’aspetto delle modalità di affidamento dei lavori e della spesa pubblica. E che dire degli alberi di piccole dimensioni e addirittura degli arbusti tagliati anch’essi? Anche loro sarebbero cresciuti a dismisura in brevissimo tempo come la pianta di fagiolo di disneyana memoria e, quindi, tanto valeva tagliarli preventivamente invece di mantenere un minimo di funzionalità ecologica visto che ci troviamo in una delle aree più importanti d’Europa per la biodiversità in quanto classificata quale Sito di Interesse Comunitario e Zona di Protezione Speciale nonché perimetrata in un’area protetta regionale? Ovviamente ammesso e non concesso, viste le immagini e fatto un sopralluogo nonché considerate le distanze e anche le differenze di quota tra ferrovia e tracciato ferroviario, che siano state tagliate piante di alto fusto effettivamente rischiose per la ferrovia”.
La SOA comunica che ieri il Servizio Valutazione di Impatto Ambientale della Regione Abruzzo ha pienamente confermato i contenuti delle seconda nota della SOA sulla questione sulla necessità della Valutazione di Incidenza Ambientale.
“La Regione – afferma Augusto De Sanctis, presidente della SOA – ha confermato in particolare che la scelta di operare in somma urgenza per l’affidamento dell’appalto da parte del Genio Civile non implica la possibilità di sospendere addirittura le direttive comunitarie e, in particolare, evitare l’obbligo di sottoporre l’intervento a Valutazione di Incidenza Ambientale. Infatti l’area coinvolta ricade in un Sito di Interesse Comunitario e in una Zona di Protezione Speciale. Il Servizio regionale rincara la dose ricordando anche che tra le misure di conservazione generali della Regione per gli habitat “è fatto divieto di “alterazioni meccaniche di sponde ed alvei che comportino danneggiamenti o distruzione totale della vegetazione. Gli interventi straordinari di manutenzione delle sponde ed aree limitrofe sono comunque soggetti a Valutazione di incidenza. Ricordiamo che il giorno dopo la selvaggia operazione del Genio Civile di taglio a raso il Parco del Sirente aveva emanato un’ordinanza di blocco dei lavori per mancanza di nulla osta dell’Ente Parco e, appunto, di Valutazione di Incidenza Ambientale. Successivamente era anche intervenuto un altro ufficio della Regione competente per i tagli boschivi chiarendo che nessuna richiesta di autorizzazione era pervenuta nonostante la Legge regionale 3/2014 preveda espressamente che anche in caso di lavori d’urgenza debba essere fatta una segnalazione preventiva all’ufficio. Quello che è accaduto alle Gole di San Venanzio è di gravità inaudita, praticamente un taglio selvaggio di centinaia di piante che costituivano un habitat di enorme valore a livello europeo. Gli interventi di Parco e Regione sono uno schiaffo per il Genio Civile regionale a cui abbiamo anche chiesto un accesso agli atti perché vogliamo andare fino in fondo. Non è possibile trattare così un patrimonio ambientale di enorme pregio anche paesaggistico spendendo tra l’altro circa 55.000 euro di fondi pubblici. Gli alberi della vegetazione ripariale sono fondamentali per la vita stessa del fiume e la sua funzionalità ecologica. Quello che sorprende è come sia stato possibile che nessun organo di controllo, ad esempio i Carabinieri Forestali, si sia accorto di quanto stava avvenendo nonostante il taglio riguardasse aree limitrofe ad una Strada Statale, perfettamente visibile da chiunque passasse anche guardando dal finestrino. Non appena abbiamo visto le foto postate su facebook (!) da un cittadino ci siamo immediatamente allarmati perché era evidente lo sfacelo in corso. Crediamo che dopo i casi di Villavallelonga al Parco d’Abruzzo, di Campo Imperatore nel Parco del Gran Sasso e ora dopo questo scempio al Parco del Sirente serva una riflessione sulla capacità di deterrenza e di sorveglianza che si esercita nelle aree protette in Abruzzo”.