La guerra all’Usra, l’Ufficio speciale per la ricostruzione dell’Aquila, è cominciata. Con una lettera alla commissaria straordinaria per il sisma del Centro Italia Paola De Micheli, il sindaco Pierluigi Biondi “sfiducia” l’Usra e il suo titolare Raniero Fabrizi.
Che i rapporti, da quando si è insediata l’amministrazione Biondi, non fossero così idilliaci tra il titolare dell’Ufficio speciale della ricostruzione dell’Aquila Raniero Fabrizi e la classe dirigente aquilana, politica e non solo, si era capito dalle battute ironiche che il sempre abbottonatissimo ingegner Fabrizi si lascia scappare. In quel suo “se non mi cacciano prima”, tutto il sospetto che qualcuno non proprio tramasse, ma che almeno puntasse a mettere mano all’ufficio più scottante, scomodo, urticante, ma anche a suo modo “potente” della grande opera della ricostruzione aquilana.
Quello in cui si imposta il futuro urbanistico e anche sociale della città, e in cui transitano miliardi di euro. Già dagli ambienti dell’Ance quel Fabrizi non piaceva: doveva andare via. Ecco che, dopo aver parlato a lungo, sin dalla campagna elettorale del 2017, di “ricostruzione a macchia di leopardo”, e dopo aver, invece, martedì diffuso con soddisfazione i dati del 31° elenco dei contributi (“un aumento dei pareri espressi che si attesta intorno al 37% che testimonia il cambio di passo rispetto al passato e che deve essere lo stimolo per migliorare ulteriormente”), che per la prima volta dal suo insediamento supera i 40 milioni di euro (mentre con la passata amministrazione “pesavano” anche qualche decina di milioni) il sindaco Pierluigi Biondi getta la maschera.
E in una lettere datata 22 maggio e indirizzata, fra gli altri, all’ex sottosegretaria con delega alla ricostruzione dell’Aquila e ora esclusivamente commissaria straordinaria per il sisma del Centro Italia, Paola De Micheli, al vice presidente della Regione Giovanni Lolli, al capo della Struttura di Missione Giampiero Marchesi nonché allo stesso Raniero Fabrizi, Biondi “ribadisce” le sue preoccupazioni “sull’andamento e sulla gestione dell’Ufficio speciale della città dell’Aquila”. Nel descrivere le sue “perplessità”, il sindaco fa riferimento ad alcuni dati, senza precisare però da dove provengano (presumibilmente dallo stesso ufficio dell’Usra). Dati però smentiti da Fabrizi, che più di tanto non vuole aggiungere, se non precisare che ha scritto una lettera di risposta a Biondi e che è pronto a smontare punto per punto le tesi della sua lettera – si può azzardare – di sfiducia verso l’Ufficio.
“Si registra un costante calo nel numero dei pareri emessi – scrive il sindaco Biondi nella lettera -: si è passati dai 749 del 2014, ai 724 del 2015, ai 633 del 2016, ai 517 del 2017 e ai circa 500 stimati per l’anno 2018, malgrado siano intervenute procedure istruttorie semplificate”.
Senza però provare ad azzardare un’ipotesi: il maggior numero di pareri degli anni precedenti era legato più che altro al numero maggiore di prime case, adesso in molta parte ricostruite o in ricostruzione; ciò che resta sono dunque per lo più seconde case, dove in pochi hanno interesse reale a tornare e si tende a ricostruire quindi con minore pressione. Poi Biondi aggiunge che “nelle istruttorie delle cosiddette ‘vecchie procedure’ (quelle prima dell’approvazione delle schede parametriche su cui si basa attualmente la ricostruzione) si attesta un calo dell’emissione dei contributi definitivi”. L’affondo è, però, nel passaggio in cui il sindaco enfatizza “l’allarmante crescita” del numero delle rettifiche ai progetti e dei dinieghi, come se fossero, si legge fra le righe, errori dell’Usra. Sintomo – scrive Biondi – “di una precedente istruttoria eseguita in maniera non corretta e/o frettolosa…”.
Insomma: “colpa” dell’Usra. In realtà le rettifiche sono appunto correzioni richieste dagli stessi ingegneri che si accorgono di non aver presentato tutto quanto occorre per avere il giusto contributo e tornano al Comune con le aggiunte. Mentre un “diniego” (termine non proprio tecnico) significa che non ci sono i requisiti per ottenere i contributi, non che i contributi siano stati tagliati dall’Usra. Una lettera che arriva proprio nella fase di formazione del nuovo Governo Lega-M5s, nel quale forse Biondi vuole cercare una sponda per un disegno che va ben più lontano della preoccupazione per lo stato della ricostruzione, alla luce, tra l’altro, della riapertura dei termini per la selezione di un nuovo dirigente dell’Usra (il contratto di Fabrizi scade a fine 2018).
E infatti in un passaggio finale Biondi fa riferimento allo spoil system che avrebbe voluto attuare per dare un cambio di passo alla governance della ricostruzione. Ma l’Usra, viene forse dimenticato, non è un ufficio pubblico comunale; è un ufficio dello Stato, tant’è che la nomina del suo titolare la fa la presidenza del Consiglio dei ministri (di cui il direttore è dipendente). Quindi l’Usra non è sottoponibile a spoil system. L’impressione è che vengano confusi i due uffici, quello dell’Usra (l’Ufficio speciale) e quello della ricostruzione che fa capo, invece, al Comune dell’Aquila, sempre in via Avezzano, stesso grande palazzo ma ambienti diversi. Mentre i progetti oggetto delle preoccupazioni sono spesso fermi al Comune e non all’Usra. Per non parlare, poi, degli intoppi a livello di Genio civile. Inoltre nell’ambito dell’ufficio comunale per la ricostruzione privata è stato smantellato il settore Pianificazione voluto per la prima volta nella storia della città dalla passata amministrazione e dall’ex assessore alla Ricostruzione Pietro Di Stefano e che contava circa 16 persone. Tutto chiuso da Biondi.
Uffici, quelli comunali che si occupano di ricostruzione privata, che soffrono un vero rallentamento nell’elaborazione dell’iter delle pratiche anche a causa di un fuggi-fuggi da circa un anno e 20 persone che hanno ottenuto di trasferirsi in altre città, Roma prevalentemente. Quindi si è assottigliato anche quell’ufficio di “front office” pensato dall’ex assessorato e strumento per filtrare in un primo passaggio i progetti incompleti o sbagliati. Nessun riferimento, nella lettera di Biondi, a quello che viene additato dai più come la vera anomalia della ricostruzione dell’Aquila: l’immobilismo – ha denunciato più volte lo stesso Fabrizi – dei tecnici che senza più il fiato sul collo dell’amministrazione non consegnano le integrazioni richieste ai loro progetti. Risultato: molti sono fermi da mesi ed anni. Volendo spulciare i precedenti elenchi contributo, quel che emerge è che l’elenco A (quello dei progetti completi che possono ottenere il contributo e partire) si assottiglia sempre più, mentre cresce quello dell’elenco B: coloro che devono, appunto, integrare progetti incompleti oppure ottenere il titolo edilizio (uffici comunali).
L’impressione, guardando i dati degli elenchi contributi pubblicati sin qui, è di un crollo dell’apertura dei cantieri. E che i contributi inseriti negli elenchi pubblicati mese per mese sul sito del Comune siano “virtuali”, in quanto non possono diventare cantieri nell’immediato. Spulciando i vari elenchi, infatti, si nota che molti contributi inseriti sono in realtà relativi a cambi di stato da contributo agevolato a contributo diretto; rettifiche di elenchi precedenti e dunque cantieri che già esistono; anticipi di demolizioni; anticipo del 2% sull’apertura, pochissimi i progetti con i cantieri che possono partire effettivamente e poche le schede parametriche parte seconda: i cantieri veri e propri.