Fossa, Usrc: il punto sulla ricostruzione a 9 anni dal sisma

Tra il 2023 e il 2025. Questo è il lasso di tempo, secondo l’Usrc, in cui viene proiettata la conclusione del lungo processo di ricostruzione dei Comuni del cratere sismico: 56 paesi che toccano tre province, danneggiati dalla scossa che la notte del 6 aprile 2009 segnò lo spartiacque tra un prima e un dopo, tra la vita normale e la vita del terremoto.

Una data su cui l’Ufficio speciale per la ricostruzione del cratere pone una bandierina, un piccolo segno rosso sulla mappa del tempo, un segno di speranza. Ma è un momento ancora molto lontano: ancora 7 anni di cantieri, procedure normative, numeri e dati, dietro cui spesso si nascondono tanti inghippi burocratici che rallentano e complicano la ricostruzione. Ancora oltre 20mila le case da ricostruire, migliaia le famiglie che sognano di rientrarvi al più presto.

A nove anni dal terremoto, a fare il punto sullo stato della ricostruzione è il direttore dell’Ufficio speciale del cratere Paolo Esposito.

Pesa, sulla rinascita del cratere sismico, la carenza cronica di personale. Decine i posti vacanti negli uffici dei Comuni: mancano all’appello una trentina di persone su 70 previste in organico, mentre la sovrapposizione delle normative sulla ricostruzione dei crateri 2009 e 2016 blocca la macchina organizzativa.

Fiore all’occhiello della ricostruzione del cratere sismico è l’edilizia scolastica, il piano denominato “Scuole d’Abruzzo – il Futuro in Sicurezza”.