I consiglieri dell’Ordine degli architetti dell’Aquila questa mattina hanno protestato in centro storico per riaccendere i riflettori sulla ricostruzione “ferma a causa della mancanza dei due titolari degli uffici speciali”.
Mantenere accesi i riflettori sulla ricostruzione, che rischia di scivolare agli ultimi posti delle agende politiche e degli amministratori non soltanto a livello nazionale ma anche locale. Il grido d’allarme questa volta viene dall’Ordine degli architetti della provincia dell’Aquila, che questa mattina ha tenuto un consiglio aperto in centro storico, ai Quattro Cantoni, sotto le finestre della sede del Comune dell’Aquila.
E’ il terzo consiglio speciale che gli architetti dedicano alla ricostruzione ferma da due mesi per la mancanza della nomina dei nuovi dirigenti dei due uffici speciali, le uniche figure che hanno per legge il potere di firma su tutto ciò che riguarda la filiera della ricostruzione: dai pagamenti dei Sal alle imprese, fino allo sblocco dei contributi per l’apertura dei nuovi cantieri e all’acquisto, letteralmente, della carta per le stampanti.
Una situazione insostenibile secondo il presidente degli architetti dell’Aquila Edoardo Compagnone.
Gli architetti hanno posizionato questa mattina simbolicamente un manifesto davanti ad alcuni palazzi (soprattutto edifici pubblici) su cui non c’è traccia di intervento. Una ricostruzione double face, con quella privata che procede e quella pubblica quasi del tutto ferma: sotto accusa la burocrazia e, in particolare, le procedure previste dal nuovo codice degli appalti, un ostacolo alla rinascita non soltanto dell’Aquila città, ma di tutti i Comuni della Provincia.