Quella di oggi è una seduta di Consiglio regionale ordinaria, con un calendario stabilito e approvato secondo tempi e regole certi, e i lavori devono proseguire con un profondo senso di responsabilità. E’ il presidente del Consiglio regionale Giuseppe Di Pangrazio a gettare acqua sui bollenti animi dei consiglieri regionali chiusi per ore – da questa mattina alle 9 – in commissione Statuto.
Commissione a lavoro per esaminare la riforma elettorale, consiglieri che contestano il tentativo di riforma proprio a fine legislatura come una “sveltina sottobanco”. O meglio, ci prova Giuseppe Di Pangrazio a richiamare all’ordine e alla disciplina maggioranza e opposizione che a una settimana dal Ferragosto e a pochi mesi dalla fine della legislatura sembrerebbero voler spingere il consiglio a un nulla di fatto. Nulla di più sbagliato per Di Pangrazio, che – restio a lasciarsi intervistare, contrariato persino con l’Ansa per aver forzato e messo nero su bianco dichiarazioni rilasciate in amicizia dietro a un caffè – rimarca che lui rilascerà commenti e opinioni sui lavori soltanto all’esito del Consiglio regionale. Consiglio che, sottolinea con forza, deve mettersi l’anima in pace e lavorare secondo le tempistiche volute dalle norme: stando le cose come sono oggi, 7 agosto, la legislatura D’Alfonso andrà a naturale scadenza il 25 maggio. Quel che succederà da questa sera al prossimo futuro, naturalmente, nemmeno il presidente del Consiglio può saperlo.
E in mancanza di comunicazioni diverse da parte degli uffici della Giunta, anche lui, Di Pangrazio, non può che restare alla finestra ad attendere, portando avanti lavori in modo ordinario. D’altra parte la Giunta e D’Alfonso tacciono, da 10 giorni i due non si fanno una telefonata. Certo è che lo spartiacque sul destino della consiliatura sarà stabilito anche dalla pronuncia della Giunta per le elezioni del Senato: finora il presidente dell’Abruzzo Luciano D’Alfonso ha sempre rifiutato di rinunciare all’incarico di presidenza. La Giunta per le elezioni ha fissato il termine di tre giorni per l’esercizio del diritto di opzione da parte del senatore D’Alfonso.
La mancata unanimità potrebbe però consentire a D’Alfonso di arrivare con il doppio mandato fino a 7 settembre.
Il servizio del Tg8