Alla vigilia di Ferragosto il Comune dell’Aquila ha pubblicato il 43° elenco che stabilisce i contributi per finanziare la ricostruzione privata, ma c’è un errore: invertite le cifre. La ricostruzione appare rallentare anche per quanto riguarda quest’ultimo elenco.
Si tratta dell’elenco dei beneficiari delle risorse per ricostruire o ristrutturare le loro case. Ma forse per effetto della stanchezza, dell’atmosfera prefestiva, del caldo afoso che anche all’Aquila si fa sentire, i conti non tornano.
E nella già caotica selva della ricostruzione aumenta la confusione. Nell’ottimistico comunicato stampa diramato dal Comune e firmato dal sindaco Pierluigi Biondi, dall’assessore alla Ricostruzione privata Vittorio Fabrizi, e dal dirigente Roberto Evangelisti, si legge che sono 37 i provvedimenti destinatari del finanziamento per oltre 50 milioni di euro. Ma a uno sguardo attento risulta esattamente il contrario: che le pratiche sono 50 e i fondi 37 milioni. Questo 43esimo elenco dei contributi per ricostruire si divide, come di consueto, in due parti: la prima riguarda gli immobili per i quali i soldi stanno arrivando o sono già disponibili nei conti correnti dei proprietari (circa 7 milioni); il secondo, il più corposo (di quasi 30 milioni), contiene progetti che non hanno ancora il titolo abilitativo edilizio e quindi il cantiere è lontano dall’essere avviato.
La fetta più grande delle risorse è destinata ancora una volta al capoluogo, dunque dal punto di vista della concretezza dell’apertura dei cantieri le frazioni restano al palo, anche se in questo 43° elenco ci sono somme per i cantieri di alcune frazioni, (come Onna, Roio, Paganica, Filetto, Arischia e Bagno). Un elenco che , come il precedente, purtroppo segna un rallentamento della ricostruzione effettiva, a fronte invece del lavoro portato avanti dall’Ufficio speciale per quanto riguarda l’iter – diciamo così – amministrativo, o gestionale delle pratiche. Infatti poco sostanzioso è stato anche il precedente pubblicato nei primi giorni di luglio, di circa 20 milioni di euro, di cui soltanto poco più di 7 erano del primo elenco e 13 del secondo (quello, come si è detto, lontano dal tramutarsi in cantieri, perché le pratiche restano incagliate al Comune, l’ente che dovrebbe rilasciare il cosiddetto “titolo edilizio”).
Nemmeno sta effettivamente accelerando la ricostruzione il nuovo cronoprogramma voluto dal sindaco Biondi e dall’assessore Fabrizi, in quanto si concentra sull’esame della “scheda parametrica prima parte” che l’Ufficio speciale deve esaminare, ma che dev’essere poi seguita dal progetto effettivo, e deve ottenere le autorizzazioni necessarie: è proprio a questo punto che il sistema si blocca creando, effettivamente, una ricostruzione a macchia di leopardo, in barba alla direzione data dal precedente cronoprogramma, che aveva come guida gli ambiti e i comparti allo scopo di uniformare la ricostruzione per parti omogenee.
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