L’Aquila, ricostruzione. Ance, appello al Governo: “Più personale e proroga della Struttura tecnica di missione”

Più personale per esaminare le migliaia di pratiche della ricostruzione e, per quanto riguarda la ricostruzione pubblica, una task force, un comitato permanente e una maggiore semplificazione per superare un’impasse che divide in due la ricostruzione, con la privata che procede e la pubblica, appunto, ferma al palo.

E poi: servono almeno 5 miliardi in più per la ricostruzione a partire dal 2020 e in aggiunta ai 5 mld stanziati già dal Governo Renzi e di cui sinora sono stati spesi soltanto due miliardi. E’ ciò che chiede, rivolgendosi a tutti i soggetti coinvolti nella ricostruzione – dagli uffici speciali al Comune, sino agli imprenditori e ai progettisti – è il neo presidente dei costruttori dell’Aquila, Adolfo Cicchetti. Che oggi in conferenza stampa ha fatto il punto sulla ricostruzione, denunciando anche lui, dopo la Fillea Cgil, una flessione del 20% dei lavori post-sisma. Cicchetti lancia un appello forte al nuovo Governo. Perché, a poche settimane alla scadenza della Struttura tecnica di Missione, il 30 settembre, ancora non si sa se verrà o meno prorogata. Nessuna notizia, poi, sulla nomina del nuovo sottosegretario con delega al cratere sismico del 2009.

Destinata a slittare la data della fine della ricostruzione sia per quanto riguarda L’Aquila, sia per quanto riguarda il cratere sismico.

RICOSTRUZIONE POST SISM 2009, LE URGENZE SECONDO L’ANCE L’AQUILA:

Accelerazione della ricostruzione privata nel Comune dell’Aquila

Sebbene l’USRA attesti attualmente un andamento regolare dell’approvazione delle pratiche e stia profondendo ogni sforzo con le risorse attuali per perseguirlo, permangono alcuni ostacoli al raggiungimento di un equilibrio costante fra le pratiche in entrata e quelle in uscita, con alcune aritmie nel sistema di procedura che, proiettate nel cronoprogramma fissato, fanno emergere la necessità di un intervento di rimodulazione certamente fisiologico e comprensibile in tali processi complessi, ma assolutamente non rinviabile.
A luglio 2018, secondo i dati diffusi dagli Uffici Speciali sullo stato attuale della ricostruzione privata nel Comune dell’Aquila sono 1630 le pratiche presentate con la SP1 (Scheda parametrica Parte prima); di queste, circa 750 pratiche devono essere ancora processate (ne sono state quindi processate 880 dal 2013).
Per quanto riguarda la SP2 (Scheda Parametrica Parte seconda), delle 880 SP1 visionate l’USRA ha fatto richiesta della SP2 per un totale di 750 pratiche attualmente istruite.
Restano ancora circa 130 (delle 880) SP2 da istruire, oltre alle SP1 rimanenti(750).
Per le pratiche presentate ai tempi in cui vigeva la vecchia procedura, invece, e che non usufruiva del sistema più veloce delle schede parametriche, rimangono pratiche per circa 100 edifici da evadere, corrispondenti a circa 200 pratiche.
In definitiva le pratiche ancora da esaminare sono in totale 1.830
Vale a dire: 750 (SP1) +750 (SP2 delle precedenti) +130 (SP2) + 200 (vecchia procedura)
In media USRA emette al mese: circa 20/25 pareri SP1; circa 10/15 pareri SP2; circa 5/10 pareri di vecchia procedura.
Le pratiche della vecchia procedura assorbono più tempo e la loro evasione totale potrà in futuro liberare risorse da dedicare alle schede parametriche.
Nella peggiore delle ipotesi, e cioè che permanga lo stato attuale di personale, verranno emessi circa 40/45 pareri al mese, che fanno prevedere ancora 40/45 mesi di lavoro.
Quindi la stima ad oggi da parte degli uffici per completare l’esame delle pratiche del Comune dell’Aquila è di circa 3-4 anni (2021/2022).
Abbiamo l’obbligo di registrare, dunque, ai fini di un intervento riparativo, un primo slittamento rispetto alla previsione fatta nella relazione dell’aprile 2017 al Parlamento da parte della STM (Struttura Tecnica di Missione) che indicava nel 2018 la fine di tutte le istruttorie nel Comune dell’Aquila e nel 2022 la fine dei lavori. Tale relazione intitolata “Lo stato di attuazione degli interventi di ricostruzione del cratere abruzzese” è stata presentata dalla STM ai sensi del decreto legge n. 39 del 2009, art. 2-bis.

Accelerazione della ricostruzione privata nei comuni del cratere e del fuori cratere

La relazione appena citata, emessa dalla STM al Parlamento, faceva fondate proiezioni, in base all’andamento corrente, anche riguardo al completamento delle istruttorie dei comuni del cratere indicata nel 2023 (2025 fine lavori) e considerava ottimisticamente un’accelerazione data dall’effetto rodaggio negli anni successivi.
L’ammontare di spesa è di oltre quattro miliardi di euro per il ripristino dell’agibilità di 26.000 abitazioni.

Lo stato attuale della ricostruzione privata nei 56 Comuni del Cratere e Fuori Cratere all’interno dei centri storici è il seguente:

1.264 Schede parametriche Presentate per un importo di 1.610 milioni euro
530 Schede parametriche Ammesse per un importo di 619 milioni di euro
4.214 Schede parametriche ancora Attese per un importo di 2.179 milioni di euro
647 Cantieri attualmente aperti
Totale pratiche ancora da evadere 1.264-530 +4.214= 4.948

Lo stato attuale della ricostruzione privata nei 108 Comuni Fuori Cratere è il seguente:
5.881 pratiche presentate per un importo totale di 693 milioni di euro
4.364 pratiche già evase per un importo di 345 milioni di euro
1.797 abitazioni con agibilità ripristinata su 3.610 abitazioni danneggiate
617 i cantieri attualmente aperti
Totale pratiche ancora da evadere 1.517 per un importo di 348 milioni di euro

Quindi la stima di oggi da parte degli Uffici Speciali per completare l’esame delle pratiche dei comuni del cratere è di circa 7 anni (2026) per il completamento dell’esame delle pratiche e di 9 anni (2028) per l’ultimazione dei lavori di ricostruzione.

Riprogrammare le risorse in scadenza per chiederne altre.

In totale, da aprile 2009 al 31 dicembre 2017, risultano stanziati oltre 21 miliardi di euro (comprensivi delle risorse stanziate a valere sul Fondo solidarietà UE, donazioni, minori entrate, finanziamenti bancari a carico dello Stato, ecc.) destinati alla ricostruzione privata, pubblica, sviluppo del territorio e delle attività produttive, ripristino e potenziamento delle infrastrutture di trasporto, finanziamento delle spese per il superamento dell’emergenza, per le cosiddette “spese obbligatorie”, per il personale e altre finalità.
Il processo di ricostruzione prosegue con la programmazione dei 5,1 miliardi di euro stanziati dalla Legge di Stabilità del 2015 con cui è stata garantita certezza di disponibilità per la ricostruzione post sismica nel medio periodo (2015-2020).
Al netto delle risorse già programmate e assegnate, l’importo complessivo di risorse per il processo di ricostruzione ancora destinabili è pari a 2,1 miliardi di euro (per il finanziamento dell’edilizia privata, per la ricostruzione pubblica, per le spese obbligatorie, per il finanziamento dei servizi di assistenza tecnica, nonché per lo sviluppo, fino a un valore massimo del 4% degli stanziamenti annuali di bilancio) visto che da gennaio a maggio 2018 sono state predisposte dalla STM diverse delibere approvate dal CIPE, relative alla ricostruzione post sisma 2009, per oltre 100 milioni di euro e oltre 130 interventi su: patrimonio culturale, università e scuola, sviluppo e sedi istituzionali.
La certezza di risorse in prospettiva pluriennale e la velocizzazione delle assegnazioni sulla base del monitoraggio puntuale della loro utilizzazione, sia per la ricostruzione privata che per la pubblica nonché per gli interventi per lo sviluppo, consentono di stimare, per la conclusione delle attività di ricostruzione, la necessità di ulteriori stanziamenti da utilizzare dopo il 2020.
Considerato che per la programmazione dell’impegno di spesa dei restanti 2,1 miliardi di euro non sarà sufficiente il periodo 2018-2020 sarebbe opportuno prorogare la data di scadenza del 2020 per garantire il continuo stanziamento di fondi necessari per la ricostruzione generale. I rischi sono due: che si interrompano i flussi di pagamento per i lavori in corso, con grave danno per le imprese e i cittadini, e che il Governo rifiuti di impegnare ulteriori fondi per completare la ricostruzione, se prima non vengono utilizzati quelli giacenti nei tempi programmati.
Si stima in circa 3 miliardi di euro l’ulteriore dotazione di fondi per completare la ricostruzione dell’Aquila, circa 2.7 miliardi di euro l’ulteriore dotazione di fondi per completare la ricostruzione per il restante cratere, propriamente detto, e 300 milioni di euro per i comuni fuori dal cratere.

Gravi carenze di personale negli uffici
La dotazione organica dei vari uffici sta man mano diminuendo perché sono numerosi gli impiegati tecnici ed amministrativi che stanno facendo concorsi presso altri enti. I vincitori hanno la disponibilità di un periodo transitorio di sei mesi per verificare la compatibilità col nuovo posto di lavoro e poi di ulteriori mesi per dar seguito alla procedura di reintegro da richiedere al Formez per dar seguito allo scorrimento di graduatoria. Sarebbe opportuno velocizzare la procedura per il turnover del personale per generare un ulteriore effetto positivo sul numero di pareri da emettere mensilmente.
Se si intendesse accelerare la ricostruzione oltre al reintegro del personale si dovrebbe provvedere ad un potenziamento degli uffici.

Struttura Tecnica di Missione in scadenza

Sul versante nazionale, l’architettura organizzativa dei processi di ricostruzione è stata invece completata con l’istituzione della Struttura di Missione attraverso il DPCM del 1 giugno 2014. Questa coordina le amministrazioni centrali interessate nei processi di ricostruzione e di sviluppo dell’area del cratere aquilano al fine di indirizzare e dare impulso, con la Regione Abruzzo e gli enti locali, agli Uffici speciali per la ricostruzione, in partenariato con le associazioni e con le organizzazioni di categoria presenti nel territorio. Inoltre vigila sull’attuazione degli obblighi di monitoraggio finanziario, fisico e procedurale sugli interventi di ricostruzione da parte delle amministrazioni competenti.
Ad oggi purtroppo la STM ha una proroga per la sua funzionalità fino al 30 settembre 2018, quindi in caso di sospensione delle funzioni l’architettura della Governance del sisma 2009 sarà decapitata. Soluzioni tardive, come spesso accaduto, avranno conseguenze su tutto il processo della ricostruzione, a partire dai trasferimenti per i pagamenti dei lavori in corso.
Senza contare che anche il vertice degli Uffici Speciali vedranno presto un cambio dovuto al pensionamento dell’attuale Coordinatore.

E’ ancora vacante la delega alla ricostruzione

A seguito della scadenza, nel giugno di quest’anno, del mandato di Paola De Micheli quale delegata per il Governo Gentiloni a seguire la ricostruzione 2009, e di Commissario di Governo per la ricostruzione 2016, non si parla ancora di quali figure verranno designate per la successione dell’incarico nel nuovo Governo, sebbene da pochi giorni si conosca la delega alla ricostruzione dei Beni Culturali. Ad oggi non è stato individuato neppure il Ministero a cui le materie in questione faranno riferimento. La mancanza di un referente istituzionale e le diffuse incertezze sulla macchina organizzativa ostacolano l’auspicata e indispensabile accelerazione sulle procedure in corso che necessitano di scelte decisive e urgenti.

Proposte
1) Completare la Governance
2) Integrare il personale mancante per centrare gli obiettivi stimati dagli uffici e implementarlo ulteriormente se invece si vogliono accorciare i tempi di ultimazione della ricostruzione per salvaguardare la rinascita sociale ed economica
3) Task force per le opere pubbliche
4) Scongiurare il rischio del blocco dei trasferimenti statali per il pagamento lavori
5) Valorizzare, da oggi, il ‘fattore tempo’ in tutti i processi

Relazione stampa_ANCE_PDF