Nel dibattito sollevato nelle ultime settimane dai commercianti dell’Aquila sull’invivibilità della città a causa della mancanza dei parcheggi e per la presenza dei mezzi delle ditte edili, interviene l’Apindustria.
Quale rivitalizzazione del centro storico è possibile senza la ricostruzione? Nel dibattito sollevato nelle ultime settimane dai commercianti dell’Aquila sull’invivibilità della città a causa della mancanza dei parcheggi e per la presenza dei mezzi delle ditte edili, interviene a muso duro anche l’Associazione piccole e medie industrie. Nel mirino dei commercianti – in particolare del neonato Comitato dei negozianti del centro storico guidato dal presidente Ugo Mastroprietro – sono finite, infatti, anche le imprese edili, ‘colpevoli’ di invadere strade e piazze con i loro mezzi, in modo indiscriminato, e di non consentire la ripresa di una vita quotidiana e sociale normale, con i commercianti che chiedono un ingresso controllato dei mezzi edili.
La risposta del direttore di Apindustria provinciale, Massimiliano Marifiamma, a chi punta il dito contro gli operai dell’edilizia non si fa attendere. Colori che hanno deciso di riportare le proprie attività in centro negli ultimi anni, d’altra parte, avrebbero dovuto essere consapevole di farlo nel pieno di un enorme cantiere a cielo aperto.
LA NOTA DI APINDUSTRIA:
Sembrava una barzelletta nemmeno divertente ed invece pare si stia tramutando in realtà. Negli ultimi tempi si sono susseguiti incontri, Consigli Comunali straordinari, proteste dei commercianti, lamentele dei residenti e iniziative, anche riuscite, di rivitalizzazione del cuore della città. Va tutto bene, ognuno ha le sue rispettabili ragioni ma sembra che abbiamo dimenticato il punto nodale di questa triste storia che da dieci anni ci affligge: ricostruire la nostra città. È questa l’unica priorità di oggi, l’unico faro che dovrebbe guidare l’amministrazione comunale, l’unico scopo, supremo, di chi ha deciso di non abbandonare L’Aquila per farla tornare a splendere; invece, sembra che tutto ciò si sacrifichi in nome di iniziative popolari con un sicuro ritorno di immagine ma che, alla lunga, rischiano di creare il blackout definitivo. Solo pensare di mettere orari e, addirittura, di limitare a due gli ingressi e le uscite dei mezzi al lavoro nel centro storico è pura, irresponsabile, follia! Le lavorazioni tra i vicoli stretti e spesso impenetrabili della città sono sempre più lente, più difficili e, molto spesso, impossibili da organizzare in un cronoprogramma attendibile, tanto che un semplice scavo che, in zone aperte, comporta una mezza giornata di lavoro, in centro, senza alcun aumento di contributo, può protrarsi anche per settimane, figuriamoci se, appena finito di caricare un camion, ci si accorge di aver sforato l’orario e bisogna tenerlo fermo fino al turno successivo. Stiamo rischiando di sacrificare il futuro dell’Aquila in nome di un presente che, solo poche volte, ci dona la sensazione del ritorno alla normalità ma che, molto più di frequente, ci schiaffeggia con l’immagine di una città ancora ben lontana dal recuperare la sua piena operatività. Ci auguriamo che l’Amministrazione comunale ripensi la propria strategia ed invitiamo gli assessori competenti, con il Sindaco in testa, a rivedere le proprie iniziative affinché non siano di ostacolo a chi sta ricostruendo il centro magari promuovendo, anche alla luce dei recenti successi del venerdì, orari di apertura in tardo pomeriggio e serali delle attività commerciali presenti nell’area per evitare i disagi inevitabili che erano ampiamente previsti anche da chi ha deciso di investire in centro.