Bello ma fragile, queste le parole chiave intorno a cui l’Ance giovani ha voluto presentare un bilancio e nello stesso tempo aprire una nuova riflessione sulla ricostruzione e sulle ricostruzioni d’Italia.
Un convegno dal titolo emblematico: “Fragilità e ricostruzioni. Le risposte alle emergenze”, che si è tenuto nella sala ipogea del Consiglio regionale con relatori e testimoni di eccellenza, che si sono confrontati per tracciare una sintesi delle azioni messe in campo dopo il terremoto dell’Aquila.
Che cosa ha imparato il Paese da quella tragedia? Come procede la ricostruzione? E soprattutto, quando si potrà smettere di parlare di ricostruzione? Tutte domande a cui l’Ance giovani ha cercato così di dare una risposta.
Diversi gli aspetti emersi nel corso del dibattito: le priorità sono l’elaborazione di un testo unico delle emergenze e della ricostruzione, per poter avere a disposizione una normativa omogenea, che stabilisca che cosa fare all’indomani di un qualsiasi evento catastrofico. Al testo unico sta già lavorando il sottosegretario con delega alla ricostruzione Vito Crimi, insieme anche a un codice della ricostruzione che Crimi auspica di veder nascere entro la fine dell’anno.
Crimi ha anche tranquillizzato sull’arrivo dei 10 milioni di euro per le minori entrate del Comune dell’Aquila e che ha indotto il sindaco Pierluigi Biondi a dimissioni di protesta: entro la prossima settimana il decreto Etna – garantisce Crimi – sarà pubblicato in Gazzetta (tempi lunghi perché occorreva coordinarlo con il decreto “Sblocca cantieri”). Per Crimi poi occorrerà poi fare il punto della ricostruzione con la Stm e gli uffici speciali per capire cosa è rimasto e quanto serve da fare. Dopodichè si farà una progettazione definitiva e con scadenze precise.