I lavoratori del centro di ricerca Intecs aspettano ancora risposte per essere ricollocati nel mercato del lavoro, in particolare in una o in più delle multinazionali che in Abruzzo hanno risposto al bando per la “Space economy”.
Il 20 novembre dovrebbe arrivare la sentenza sui licenziamenti ritenuti illegittimi dei ricercatori della Intecs, il centro di ricerca nato sulle ceneri del polo elettronico dell’Aquila. Licenziati a Natale, la legge prevede per loro che dovessero essere corrisposti il Tfr e le indennità di preavviso, mai corrisposti nella loro interezza, ma soltanto in parte, perché l’azienda si è dichiarata “incapiente”. Ieri ennesima assemblea durissima, da un lato i lavoratori, dall’altro la politica, che cerca soluzioni in realtà ancora lontane. A distanza di mesi un altro inverno di dura disillusione si avvicina per i ricercatori, tutti con alte competenze nel campo delle telecomunicazioni.
Per i ricercatori, una speranza viene dalla via legale, per ottenere quanto gli spetta: recuperare quattro mensilità del cosiddetto preavviso previsto dalla legge e il Tfr.
Ma al di là del recupero degli stipendi e del trattamento di fine rapporto, per i lavoratori che sono troppo giovani per la pensione, e troppo anziani per ricollocarsi facilmente nel mondo del lavoro, le speranze sono appese all’accordo firmato per il recupero delle loro professionalità e agli investimenti della Regione nella cosiddetta “Space Economy”, il programma nazionale del settore spaziale, al cui bando per l’Abruzzo hanno risposto tre grandi aziende: Thales Alenia Space, Leonardo e Telespazio.
Il servizio del Tg8