Aquilasmus ricorda lo studente morto in Libano

La morte dello studente di ingegneria morto in Libano durante i bombardamenti lascia sgomenta la città che lo aveva accolto. Lo abbiamo ricordato con l’associazione Aquilasmus che lo aveva accolto un anno fa.

L’Ateneo dell’Aquila piange Hadi Zaiter, lo studente internazionale di ingegneria civile iscritto al secondo anno della laurea magistrale, morto nei bombardamenti della città libanese di Baalbek, nell’est del paese, a causa dell’intensificarsi degli scontri tra Israele e Hezbollah. Il rettore Edoardo Alesse e la comunità accademica oggi piangono questo giovane di 25 anni cosi sfortunato. Hadi studiava all’Aquila ed era tornato in Libano alla fine del secondo semestre per far visita alla sua famiglia. Sarebbe dovuto tornare tra qualche giorno per riprendere le lezioni.

Hadi era un ragazzo ben voluto da tutti, era perfettamente inserito nella comunità accademica ma anche nella vita cittadina. Hadi è morto a casa sua, con lui sono stati uccisi dalle bombe anche la madre, il padre e due dei suoi fratelli. L’unico rimasto in vita è Ahmed, uno superstite della sua famiglia. La comunità aquilana e l’ateneo si unisce agli appelli della comunità internazionale affinché cessino immediatamente in medio Oriente tutte le operazioni militari e si torni il prima possibile a percorrere la via del dialogo e delle soluzioni diplomatiche.

Anche il sindaco Pierluigi Biondi ha espresso il suo cordoglio. La comunità di Baalbek è gemellata con L’Aquila ed è stata ospite del capoluogo qualche anno fa per la Perdonanza. Pure il primo cittadino ha lanciato un appello affinché il fuoco cessi. Abbiamo incontrato Arianna Pasqualone, studentessa dell’associazione Aquilasmus che si occupa proprio dell’accoglienza degli studenti internazionali:

“Hadi era riuscito a coronare il suo sogno – dice – di venire a studiare in Italia. Era solare, educato e gentile, benvoluto da tutti. Sarebbe dovuto tornare tra una settimana per iniziare il suo secondo anno ma sappiamo tutti come e’ andata. Queste guerre devono finire, ci rimettono sempre sempre civili innocenti che non hanno nessuna colpa”.

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