Comitato familiari vittime del sisma, è il giorno del sit in contro le sentenze choc

Nel pomeriggio la manifestazione voluta dal comitato familiari vittime del sisma contro le ultime sentenze choc. Ripercorriamo le fasi che hanno portato a questa mobilitazione ricordando le sentenze che negli ultimi anni hanno fatto più discutere

Oggi alle ore 18 la città si ritrova nel parcheggio del palazzo di giustizia per la manifestazione “Le vittime non hanno colpa”, voluta dai familiari delle vittime del terremoto e nell’ambito del progetto storie di giustizia. In questi anni i familiari spesso si sono ritrovati a manifestazione la loro indignazione a causa delle sentenze. L’ultima, in ordine di tempo, ha confermato la sentenza di primo grado del 2022 che aveva scagionato la presidenza del consiglio dei ministri per la morte di sette studenti all’Aquila.

I giudici hanno stabilito che non solo non ci sarà nessun risarcimento danni, ma saranno costretti a pagare anche circa 14 mila euro. Nel primo grado le spese erano state di circa 11 mila euro. Somme ingenti ma non è questione di soldi. Il ricorso era stato presentato dai parenti degli studenti morti, Nicola Bianchi, Ivana Lannutti, Enza Terzini, Michele Strazzella, Daniela Bartoletti, Sara Persichitti e Tonino Colonna. Per i parenti si è andati oltre il legittimo accertamento dei nessi di causalità arrivando a mettere in ballo il concorso di colpa delle vittime. Piano inaccettabile per loro.

A presentare ricorso in Appello erano stati i parenti degli studenti Nicola Bianchi, Ivana Lannutti, Enza Terzini, Michele Strazzella, Daniela Bartoletti, Sara Persichitti e Tonino Colonna. I promotori della protesta sostengono che si sia andati oltre il legittimo accertamento dei nessi di causalità, arrivando a mettere in ballo il concorso di colpa delle vittime. Un piano che non accettano.

Secondo i giudici le cause sono da ricercare nelle decisioni assunte dai ragazzi assolvendo da ogni colpa, come in primo grado, la commissione grandi rischi che si era riunita all’Aquila il 31 marzo del 2009. Si ricorderà già l’indignazione di ottobre del 2022 dopo la sentenza del giudice Monica Croci che in sostanza aveva riconosciuto ai ragazzi una corresponsabilità dei ragazzi perché di fronte alle scosse non erano usciti da casa.

Sentenza che ha fatto il giro dell’Italia scatenando commenti e reazioni varie. A giugno del 2023 però il tribunale civile dell’Aquila aveva condannato a un risarcimento danni di 780 mila euro oltre agli interessi il ministero delle infrastrutture e dei trasporti e quello dell’interno in favore dei genitori di due studentesse Jenny e Giusy Antonini morte in via Campo di Fossa. Una sentenza del giudice Baldovino De Sensi che aveva ribaltato il verdetto della collega Croci. Il giudice De Sensi scrisse a chiare note che la responsabilità delle vittime è infondata perché non solo sfornita di prova ma nel corso del giudizio sono emersi elementi di segno contrario, le scosse erano ripetute e l’edificio non aveva subito danni visibili.

 

Massimo Giuliano: