Gli aquilani saranno sentinelle della città lavorando in sinergia con le forze dell’ordine per prevenire furti e altri episodi criminosi. Nei giorni scorsi sottoscritto un protocollo di intesa con la prefettura. Ci saranno anche progetti di inclusione per i giovani
I residenti saranno sentinelle contro i furti in città. C’è l’accordo con la prefettura. Si è sottoscritto un protocollo di intesa importante sul controllo di vicinato. I cittadini così potranno svolgere il ruolo di controllori attivi del territorio e potranno lavorare in sinergia con le forze dell’ordine segnalando tempestivamente ciò che non va e potenziali atti criminosi. Sostanzialmente i cittadini avranno un ruolo attivo di segnalazione così da prevenire tanti fenomeni che si registrano in centro. “L’Aquila torna sicura” e’ il nome del comitato che ha riunito cittadini e associazioni di categoria. L’aspetto più interessante del protocollo, guardato di buon occhio dal prefetto Giancarlo di Vincenzo, e’ la possibilità di realizzazione dei progetti di inclusione. A proporli è stato Ugo Mastropietro, presidente di Conflavoro L’Aquila. Al di là della prevenzione l’obiettivo è attivare progetti di professionalizzazione per tanti ragazzi così per dar loro una possibilità che possa evitare di lasciarli in strada e delinquere.
Giovedì 1° agosto il prefetto ha incontrato il comitato “L’Aquila torna sicura”, e i cittadini hanno illustrato la necessità di vivere nel capoluogo di regione senza il timore di percorrere strade deserte e poco illuminate, di garantire la sicurezza dei giovani che frequentano il centro storico, di poter tranquillamente uscire con gli animali da compagnia la sera in periferia, di prevenire con regole e controlli il continuo danneggiamento dei parchi pubblici, di evitare schiamazzi e risse notturne, reati senz’altro minori e non denunciati che però reiterati continuamente non danno la possibilità di una vita serena a cui tutti hanno diritto. Il questore, dal canto suo, ha spiegato che i dati attuali di denunce di reato sono in diminuzione e per questo non si può parlare di territorio non sicuro, escludendo la possibilità di ricorrere a strumenti come “Strade Sicure” ritenuti sovradimensionati per la situazione aquilana.
Alla richiesta di utilizzare il metodo dell’esame dei dati anche per avere trasparenza sui numeri delle strutture ospitanti immigrati in città e numero degli ospiti minori e non, i cittadini hanno appreso che i dati non sono disponibili, ma che sono stati effettuati nei giorni scorsi controlli a tappeto nelle strutture ospitanti e che non sono state riscontrate irregolarità, sono stati altresì informati sul fatto che è stata intensificata la presenza delle forze dell’ordine sull’intero territorio cittadino anche con agenti in borghese e che il Comune dell’Aquila ha assunto altri 15 vigili urbani per sopperire alla mancanza di personale. Tutte azioni che rispondono alla richiesta di sicurezza avanzata.
All’incontro hanno partecipato anche il questore, il comandante dei carabinieri e quello della guardia di finanza, il vice sindaco, l’assessore all’ambiente e quello alla polizia municipale. È emerso che i cittadini individuano le case famiglia come strutture essenziali e parte della soluzione dei problemi legati alla microcriminalità ed è stato richiesto di sostenerle con progetti di efficace inclusione degli ospiti sia in materia di studio della lingua italiana sia in percorsi di professionalizzazione. Un’importante apertura è stata dimostrata dal vice sindaco e dal prefetto sull’attuazione dei protocolli di “Controllo del vicinato”, uno strumento di prevenzione della criminalità che presuppone la partecipazione attiva dei cittadini residenti in una determinata zona e la collaborazione di questi ultimi con le forze dell’ordine.
Fare controllo di vicinato significa promuovere la sicurezza urbana attraverso la solidarietà tra cittadini, residenti, commercianti, frequentanti le diverse zone per lavoro o altro, allo scopo di ridurre i reati contro le persone e contro la proprietà. L’appello delle associazioni di ”L’Aquila torna sicura” è, oltre agli enti preposti, a tutti gli abitanti delle diverse aree della città unicamente per alzare il livello di attenzione attraverso semplici passaggi, primo fra tutti il “far sapere” che gli abitanti sono attenti e consapevoli di ciò che accade; collaborare con i vicini con comportamenti di reciproca assistenza anche con la sorveglianza reciproca di case e negozi; favorire lo sviluppo di una cultura della partecipazione alle tematiche della sicurezza urbana e della collaborazione attiva attraverso una comunicazione veloce e organizzata; migliorare il rapporto forze dell’ordine-comunità scambiando informazioni tramite coordinatori che ricevono informazioni e le trasferiscono.