La madre di una vittima del sisma: “Non era ossessionata dallo studio, perché descriverla così?”. Parla Maria Grazia Piccinini: “Mia figlia Ilaria Rambaldi aveva una vita piena”. La ragazza è morta il 6 aprile 2009 a 25 anni
“Nessuno ha detto che abbiano espresso giudizi, ma che cosa si ottiene a descrivere una persona con quei termini? Mia figlia non era una ossessionata dallo studio, aveva una vita completa, piena. Usciva, aveva tanti amici, un fidanzato con il quale stava progettando un futuro, una famiglia a cui era molto legata. Non era una pazza ossessiva chiusa in casa a studiare nonostante le scosse”.
Così l’avvocato di Lanciano Maria Grazia Piccinini, mamma di Ilaria Rambaldi, morta a 25 anni il 6 aprile 2009 durante la notte del terremoto all’Aquila, dove studiava ingegneria edile, a seguito delle dichiarazioni della Giunta esecutiva distrettuale Abruzzo dell’Associazione nazionale magistrati, che ha espresso preoccupazione “per la visione distorta emergente” dagli organi di informazione a commento delle sentenze della sezione civile della Corte d’appello dell’Aquila.
“Non ci sono prove che attestino le argomentazioni sulle quali è stata fatta la sentenza – sottolinea Piccinini – Sono le mie dichiarazioni a essere state travisate e riportate in parte, soprattutto per quanto riguarda ‘l’incubo del laboratorio’. Un errore riportato nella sentenza è quello che fa riferimento alla data del 31 marzo quando in realtà Ilaria non era all’Aquila quel giorno. Il giorno delle scosse in questione era il 30 marzo, quello sì che mia figlia lo ha passato tutto il tempo in Piazza Duomo, per paura. Poi è rientrata perché faceva freddo, come hanno fatto tutti all’Aquila”.
Inoltre, conclude Piccinini, “come si fa a dire che una persona che ha passato un intero giorno sotto le macerie non è attendibile? Valeria, l’amica di mia figlia, non dimenticherà mai niente di quelle ore. Chi più di lei può raccontare cosa è successo, chi non c’era?”.