Accertamenti sugli sfollati che nel post sisma hanno usufruito del contributo di autonoma sistemazione. In realtà si tratta di un’operazione vecchia, già in passato erano stati portati avanti dei controlli e più precisamente nel 2015 con quasi 1800 furbi scovati. Ora il Comune ha disposto ulteriori accertamenti per 6mila persone su indicazione della Corte dei conti
In sostanza il Comune valuterà se i beneficiari ne avevano diritto o se devono restituire le somme indebitamente percepite. Il Cas era stimato in base a dei parametri e variava da 200 a 500 euro.
Accertato che molti prendevano il Cas senza averne diritto il Comune già in passato aveva intrapreso delle azioni. La prima nel 2013 con la cessazione del CAS a chi poteva avere a disposizione un qualsiasi manufatto o comunque una soluzione abitativa. La seconda nel 2014 quando il Comune alloggiava le famiglie nel “progetto case” o map libero facendo cessare il contributo. Poi nel 2015 la fine della possibilità e i primi controlli.
Oltre tre milioni di euro la somma che il Comune avrebbe dovuto riprendere dalla prima tranche di controlli. L’operazione non è semplice: è, anzi, molto complessa e non potendo paralizzare gli uffici comunali per questa ragione si è deciso di affidare il controllo alla società Assoservizi che si occuperà di scovare i cosiddetti furbetti. La faccenda infatti ha il carattere di somma urgenza per evitare la prescrizione.