Si terranno giovedì alle 10,30 al tribunale dell’Aquila gli interrogatori di garanzia dei due carabinieri di San Salvo agli arresti domiciliari perché coinvolti in un giro di soldi e di favori elargiti ad amici. I marescialli non si avvarranno della facoltà di non rispondere e chiariranno davanti ai giudici.
Due vite distrutte. Così l’avvocato Fiorenzo Cieri, difensore di uno dei due marescialli di San Salvo finiti ai domiciliari la settimana scorsa, coinvolti in un giro di soldi e di favori elargiti ad amici, commenta lo stato d’animo dei carabinieri , ai quali sono contestati anche casi di rivelazioni a un avvocato, che è indagato. L’inchiesta sarebbe una costola di una pià ampia inchiesa della Dda dell’Aquila. Questa mattina lunga permanenza dell’avvocato nelle aule del tribunale del capoluogo regionale per visionare gli atti del procedimento e prepararsi così all’interrogatorio di garanzia che si terrà giovedì mattina sempre all’Aquila alle 10:30.
I difensori dei due carabinieri insistono nella totale innocenza dei loro assistiti di fronte alla tesi della pubblica accusa. Il maresciallo Antonello Carnevale, comandante della stazione dei carabinieri di San Salvo, è accusato di peculato. Il collega Giuseppe Mancino, oltre al reato di peculato deve rispondere delle accuse di accesso abusivo del sistema informatico telematico, rivelazione del segreto istruttorio e detenzione illegale di munizioni. Secondo i due difensori vastesi tutte accuse sbagliate. Non esiste peculato per banconote false, ritiene il legale. E sulle accuse a Mancino, l’avvocato Cieri spiega che La detenzione delle munizioni è un’errata interpretazione di un colloquio intercettato, le munizioni non ci sono mai state.
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