I lavori di rifacimento e riqualificazione di Piazza Chiarino a L’Aquila hanno restituito alcune testimonianze di grande importanza per rileggere la storia medievale della città
Gli scavi effettuati nel mese di ottobre scorso, infatti, oltre al rinvenimento di alcune sepolture senza corredo e alcuni reperti di pietre e laterizi provenienti dalla scomparsa chiesa dei Santi Giustino e Martino, hanno restituito una statua in pietra bianca, alta circa 37 cm, rappresentante un guerriero armato. Potrebbe trattarsi della raffigurazione di un nobile o, più probabilmente, di San Cristoforo, caratterizzato -secondo la consuetudine iconografica- dalla folta barba e dai lineamenti del viso marcati. Inoltre, la figura indossa un gonnellino a pieghe con vistosa cintura, alla quale è appesa una spada. Il mantello è legato al collo e sulla spalla sinistra poggia un elemento che sembra cingere le spalle del guerriero con l’estremità inferiore caratterizzata da un elaborato panneggio, mentre quella superiore purtroppo è mutila.
L’ ipotesi che possa trattarsi del Santo guerriero romano che tentò di convertire i suoi commilitoni e pertanto martirizzato, sembra la più valida perché San Cristoforo è sempre raffigurato come un gigante (era originario della tribù barbara degli Antropofagi), che trasporta sulle sue enormi spalle Gesù Bambino (l’elemento oggi purtroppo lacunoso, che però certamente indossava una tunica come si intuisce dalla presenza del panneggio), il quale a sua volta sorregge il mondo simboleggiato da un globo.
Il culto per il “portatore di Cristo” (da cui il soprannome di etimologia greca “Cristoforo”), fu d’altronde assai diffuso in territorio abruzzese, come dimostrano molte altre opere d’arte: fra le tante testimonianze conservate si può segnalare un dipinto dell’ambito di Francesco di Paolo da Montereale, ancora oggi ammirabile nel cuore del centro storico dell’Aquila, all’incrocio tra Corso Vittorio Emanuele e via Leosini. L’affresco, guarda caso, si trova non molto lontano da Piazza Chiarino dove, fino al 1931, anno della sua demolizione, insisteva la chiesa dedicata ai Santi Giustino e Martino. Quasi certamente la statuetta rinvenuta qualche settimana fa proviene da quest’edificio, testimoniando ancora una volta la devozione degli aquilani per uno dei quattordici Santi ausiliatori (“che recano aiuto”) particolarmente invocati in occasione di calamità naturali o per la protezione da gravi pericoli. Il patrocinio di San Cristoforo era invocato soprattutto durante le epidemie di peste, spesso ricorrenti a L’Aquila nei primi secoli della sua storia.
Anche le sepolture rinvenute, così come le labili tracce di fondazioni, sono da mettere in relazione con la preesistente chiesa.