E’ ancora frastornato Alfredo Murgo, il libraio aquilano che dal 19 dicembre scorso è un “Ufficiale al merito della Repubblica italiana”, premiato ieri al Quirinale dal Presidente della Repubblica Sergio Mattarella.
Alfredo Murgo è uno di quei librai che difende i libri e il loro valore culturale e insieme difende anche la sopravvivenza delle librerie indipendenti, piccoli presidi d’identità, lontane dal sistema dell’editoria delle grandi catene, penalizzati dall’avvento dei formati digitali (ebook e audiolibri che occupano un’importante fetta di mercato), la possibilità di acquistare i libri online e poi la mancanza d’interventi da parte dello Stato.
Alfredo della libreria Cercalibro (così lo conoscono tutti) è annoverato tra i 150 italiani ritenuti “Gli eroi di ogni giorno”, unico in Abruzzo a rivestire un ruolo che il presidente Mattarella vuole riconoscere da ora in poi con più forza a quei cittadini che nella vita di tutti i giorni vivono da eroi senza nemmeno rendersene conto.
“Atti di eroismo, per l’impegno nella solidarietà, nel soccorso, nella promozione della cultura e della legalità”, si legge negli scopi del riconoscimento della Presidenza della Repubblica.
C’è chi ha salvato vite dalle lamiere di un elicottero caduto mentre intorno a sé altre persone giravano filmini; o chi ha donato i risparmi di una vita alla ricerca scientifica. Poi c’è lui, Alfredo, da 32 anni libraio, che ha visto crescere generazioni di studenti sin da quando vendeva libri sotto ai portici di San Bernardino all’Aquila. Poi è arrivato il terremoto dell’Aquila, poi quello di Amatrice e del Centro Italia: per Alfredo è stato “normale” mettersi in prima linea per aiutare gli studenti ad avere i loro libri per continuare a studiare. Sino a organizzare una mega donazione di libri insieme all’Associazione italiana degli editori e al ministero dell’Istruzione, una storia che il libraio raccontò proprio al nostro telegiornale nel 2017.
Murgo era il coordinatore del progetto.
La sua libreria in centro storico, in via Camponeschi, proprio nel cuore della città universitaria pullulante, sino al 5 aprile 2009, di vita e di gioventù, non esiste più, danneggiata dal sisma.
Non tornerò in centro – dice Murgo – perché la città non c’è più: una città non esiste se non ci sono le scuole.