L’Aquila: richiesti i bolli auto per il 2009, per i cittadini è una vergogna morale

Cittadini furibondi all’Aquila, e cratere 2009, per l’arrivo di oltre 40 mila cartelle per il pagamento dei bolli auto, molti relativi al 2009. La Regione Abruzzo sta inviando le cartelle e tanti parlano di “autentica vessazione”

Pretendere la tassa di possesso del 2009 dopo ben 14 anni viene vista come una vergogna. Ma la verità è che ci sono due ordini di aspetti, uno tecnico e uno morale. Il pagamento della tassa va in prescrizione dopo 5 anni: in questo caso c’è, però, una clausola che a causa del sisma e quindi dell’interruzione che non è un annullamento fa decorrere i termini dal mese di gennaio 2022. Questo non placa le polemiche. Oltre ai bolli del 2009 stanno arrivando anche cartelle relative al 2018 e al 2019. Molti cittadini annunciano ricorsi: per il consigliere comunale Enrico Verini però “la questione deve essere anche politica e la politica, dopo un approfondimento normativo, dovrebbe esprimersi”. Cosa che lui promette di fare.

Molti peraltro ritengono di aver pagato la tassa ma tra terremoto e traslochi senza ricevuta è difficile dimostrarlo. Per quel che riguarda il bollo auto le Regioni possono fare accertamenti fino a 3 anni: quindi, per i versamenti fatti nel 2022 ad esempio i documenti vanno conservati fino al 2025. Per il tributarista Luigi Fabiani ci sono vari aspetti da considerare. Alcuni legali stanno vagliando la legittimità di tutti gli atti ma c’è l’aspetto morale da considerare.