L’Aquila: udienza preliminare rinviata al processo per la morte del piccolo Tommaso

Udienza preliminare rinviata oggi per un difetto di notifica, nel processo sulla morte del piccolo Tommaso D’Agostino, investito da un’auto mentre giocava nel piccolo cortile dell’asilo 1 maggio a Pile

L’avvocato Colella che rappresenta i genitori del piccolo chiederà l’autorizzazione alla citazione del responsabile civile ovvero dell’assicurazione. La parte offesa può scegliere se entrare nel processo penale o se chiedere il civile. Alcune parti offese si costituiranno parte civile compresi i genitori di Tommaso.

L’udienza a porte chiuse, dunque,  per la morte del piccolo Tommaso D’Agostino, investito all’interno dell’asilo 1 maggio a Pile mentre giocava  con altri compagni, non è neanche iniziata. La certezza è che la donna proprietaria della vettura che si è sfrenata andando a investire e uccidere il piccolo ha chiesto il rito abbreviato. Davanti al giudice Guendalina Buccella dovranno comparire la preside della scuola Monia Lai, i tecnici comunali Bruno Martini e Antonello Giampaolini. A maggio il pm Stefano Gallo, che ha coordinato le indagini della squadra mobile, aveva depositato la richiesta di rinvio a giudizio per gli imputati.

È passato più di un anno da quella tragedia. Era il 18 maggio, tutto si consumò nel giro di qualche secondo davanti agli occhi increduli dei bambini e della loro maestra. Per Tommaso non ci fu nulla da fare, altri cinque piccoli rimasero feriti. 14 in totale le parti offese.

I 4 imputati sono accusati di omicidio e lesioni stradali. La conducente del mezzo è imputata perché parcheggiando su una strada con molta pendenza ometteva di azionare il freno a mano oltre ad aver lasciato l’altro figlio di 11 anni in auto. Per l’accusa la preside è imputata: avrebbe dovuto rilevare l’inidoneità del documento redatto dal tecnico Martini, consapevole che l’area gioco era protetta da una cancellata che delimitava ma non proteggeva. Per lei anche l’accusa di non aver impedito il parcheggio all’interno del cortile. Giampaolini è invece accusato di aver permesso la posa di quella recinzione inadeguata che non eliminava i rischi di investimento.

 

 

Barbara Orsini: