Perdonanza, malgrado la pioggia tanti fedeli per attraversare la Porta Santa

Il maltempo l’ha fatta da padrone ma, nonostante tutto, questa mattina molti fedeli minuti di ombrello erano alla basilica di Santa Maria di Collemaggio per attraversare la Porta Santa e lucrare l’indulgenza plenaria

È stato l’anno della Misericordia concesso da Papa Francesco nella scorsa edizione quando lui stesso ha aperto la porta Santa. Le persone non rinunciano al significato religioso di questa festa che è anche popolare ma il messaggio di Celestino V continua ad essere attuale e a raggiungere tante persone che, all’aquila anche per le vacanze, rimangono affascinate dal giubileo più antico della storia.

“Ho accettato volentieri l’invito del cardinale Giuseppe Petrocchi a venire all’Aquila sia per l’unicità e il valore cristiano e sociale di questo evento, sia per l’amicizia che a lui mi lega”. Lo ha detto, il cardinale Marcello Semeraro durante l’omelia della messa che a Collemaggio ha preceduto l’apertura della Porta Santa, in occasione della 729/a Perdonanza celestiniana. “Quello che stiamo celebrando è un evento complesso, sia per la storia che evoca, sia per l’abbondanza di significati e di simboli che implica. I fatti ai quali ci riporta questa Perdonanza non sono facili da comprendere”.

Di qui il riferimento a Paolo VI, in merito a un discorso da lui tenuto nel 1966 dove evocò la storia di Celestino V per parlare dell’essenza della Chiesa: “Ovunque – disse Paolo VI – la decadenza è fatale, ma nella Chiesa c’è un carisma, c’è la promessa e la presenza divina… ‘Io sarò con voi fino alla fine dei secoli'”. “Ecco la prima complessità – ha sottolineato Semeraro nel proporre questo riferimento – la Chiesa, santa e insieme sempre bisognosa di purificazione. La seconda complessità a individuo nel simbolo della porta, pure evocato dalle parole di Gesù: ‘Io sono la porta’”. “La porta è un simbolo – ha proseguito – il suo aprirsi e chiudersi può significare tante cose. Perfino quella di casa, che è protezione dell’intimità, a volte, purtroppo, è segno di dominio, di prepotenza. Quante volte le cronache ci parlano di violenze perpetrate con le porte chiuse”. Da parte del cardinale, un’attenzione anche a quegli anziani, abbandonati in solitudine. Dunque, un riferimento anche alle parole di Papa Francesco che lo scorso anno qui all’Aquila aprì la Porta Santa dando il via all’anno di Misericordia.

“È triste e fa male vedere porte chiuse, le porte chiuse del nostro egoismo verso chi ci cammina accanto ogni giorno; le porte chiuse del nostro individualismo in una società che rischia di atrofizzarsi nella solitudine; le porte chiuse della nostra indifferenza nei confronti di chi è nella sofferenza e nella povertà; le porte chiuse verso chi è straniero, diverso, migrante, povero…”.

 

Fabio Lussoso: