Svolta nella normativa relativa alle abitazioni provvisorie costruite a seguito del sisma 2009. Una sentenza della Corte Costituzionale ha stabilito la legittimità della legge 29/2020, il cui articolo 23 autorizza i comuni abruzzesi del cratere a “ricomprendere in aree edificabili i lotti interessati da strutture e manufatti temporanei realizzati a seguito degli eventi sismici a condizione che gli stessi siano conformi” ad autorizzazioni e comunicazioni previsti dalla normativa emergenziale
Un provvedimento che di fatto “legittima” questi manufatti che in passato hanno rischiato la demolizione. “Esprimo la più grande soddisfazione per il pronunciamento della Corte Costituzionale – spiega Roberto Santangelo vicepresidente del Consiglio regionale – in merito alla legge regionale 29/2020, che ha messo, tra l’altro, finalmente la parola fine su una questione che ha tenuto con il fiato sospeso tante famiglie
abruzzesi e in particolare della nostra Provincia. Sto parlando delle cosiddette ‘casette’ (come sono ormai chiamate da tutti): quelle strutture e quei manufatti costruiti a seguito del sisma 2009”.
“In particolare – ha aggiunto – l’articolo 23, comma 1, con le modifiche apportate, non presenta, sempre secondo la Suprema Corte, alcun vizio di illegittimità costituzionale. Non si tratta di ‘sanare’ ma di ‘stabilizzare’ manufatti ‘legittimamente realizzati’ infatti la legge regionale esclude espressamente quegli edifici che non presentano il titolo abitativo o costruite in totale difformità o con variazioni rispetto allo stesso. Sono esclusi, altresì, gli edifici nei centri storici o nei nuclei antichi o quei manufatti che ricadono in aree vincolate o sottoposte a tutela dal punto di vista ambientale, idrogeologico o paesaggistico”.
“Finalmente – conclude – si sancisce il diritto dei proprietari di casa a vedersi stabilizzate le abitazioni realizzate nel rispetto della normativa emergenziale”.