Il prossimo 30 luglio alle ore 18, davanti al tribunale dell’Aquila, si terrà una nuova manifestazione del contatto familiari vittime del terremoto dopo le recenti sentenze che, secondo loro, offendono la memoria delle stesse vittime
A 15 anni dal terremoto, i familiari delle vittime del sisma sono costretti ancora una volta ad alzare la voce di fronte alle ultime sentenze. E lo farà anche chi direttamente non è stato colpito. Le sentenze shock per i familiari di chi ha perso la vita in quel 6 aprile del 2009 si reiterano e continuano ad offendere la memoria di ciò che è stato.
Poche parole inviate da Vincenzo Vittorini, che si è sempre battuto in questi anni per cercare giustizia e verità in una nota alla stampa per invitare all’ennesima manifestazione per far sentire le proprie ragioni. Dalla rabbia e nel ricordo di ciò che realmente accadde nel terremoto del 2009, dalla volontà di rivendicare risposte, dalla consapevolezza che non resteremo in silenzio, nasce la scelta di convocare una nuova manifestazione. L’appuntamento è davanti al tribunale e non poteva essere altrimenti.
I familiari sperano anche in una grande risposta della città tutta e si ritroveranno martedì 30 luglio alle ore 18 al parcheggio del palazzo di giustizia a villa gioia. Alla manifestazione hanno invitato anche i rappresentanti istituzionali ad essere presenti. Ai parlamentari chiedono di attivarsi in rappresentanza del territorio presentando interrogazioni tese a far luce su quanto accaduto. La nota è firmata dal Comitato Familiari Vittime – Progetto Storie di Giustizia e arriva dopo le ultime notizie delle sentenze che, oltre a non riconoscere il risarcimento danni ad alcune famiglie, hanno imposto anche il pagamento di ingenti spese legali.
Alla base ci sarebbe una condotta incauta di alcuni studenti morti all’Aquila che in sostanza avrebbero dovuto uscire dalle abitazioni. Anche l’associazione nazionale magistrati nei giorni scorsi ha esplicitato la propria posizione parlando di ricostruzioni fantasiose in qualche modo della stampa perché alcuni passaggi riportati non corrisponderebbero al testo delle sentenze. Ma ad ogni modo c’è molta indignazione non solo nelle famiglie, doppiamente colpite, ma in tutta la città dell’Aquila e non solo, che sul web finora si è fatta sentire non poco.