Nel periodo Covid è cresciuto il tasso di assenteismo nelle aziende della provincia dell’Aquila. Un dato che si è addirittura triplicato rispetto ai numeri del periodo pre Covid, attestandosi al 9% con picchi che arrivano al 15% in alcune realtà manifatturiere. Emerge da uno studio di Confindustria L’Aquila Abruzzo Interno che, nel mese di gennaio, ha esaminato a campione circa 2 mila lavoratori delle imprese associate
Va da se che il dato preoccupa perché rischia di rallentare la ripartenza economica. Dopo le vacanze di Natale, infatti, c’è stata l’impennata dei casi è ciò ha comportato problemi oltre che nella produzione anche a livello organizzativo per sostituire il personale considerando che in molti casi sono stati chiusi interi reparti. Nell’indagine le aziende segnalano criticità per i tempi di risposta troppo lunghi dei risultati dei tamponi anche in relazione all’uscita dall’isolamento. L’allarme è stato raccolto e lanciato dal presidente di Confindustria Riccardo Podda e dal direttore Francesco De Bartolomeis.
Lo smart working, intanto, non è sempre una soluzione al problema perché è chiaro che non tutte le mansioni possono essere svolte in remoto. Le previsioni non sono incoraggianti perché con la diminuzione della validità del green pass da 9 a 6 mesi e l’obbligo per gli over 50 dal 15 febbraio alcuni lavoratori hanno la carta verde in scadenza e la prenotazione del vaccino successiva. A questo si aggiungono i prezzi esagerati di elettricità e gas. Il rischio insomma è un brusco stop per il Pil nel primo trimestre 2022.