Legambiente: situazione poco rosea per l’Abruzzo nel report clima e spiagge 2023

Legambiente ha presentato il Rapporto Spiagge 2023: difficile la situazione  nelle aree costiere italiane per i cambiamenti climatici, con un focus di approfondimento sulla situazione abruzzese

“Crisi climatica, erosione, consumo di suolo, concessioni balneari, aree a rischio inondazione, inaccessibilità alle spiagge per motivi di illegalità e di mare inquinato” sono i sei indicatori al centro del report di Legambiente per misurare gli impatti sui lidi. Per l’associazione è emergenza climatica e si rivolge a Governo e Regione. Per l’Abruzzo la situazione non è rosea. Il punto con i relativi dati è stato fatto nella sede di Legambiente a Pescara, dal presidente regionale Giuseppe Di Marco e da Silvia Tauro. In particolare l’attenzione è stata focalizzata sui cambiamenti climatici e sulle azioni da intraprendere subito, perché, è stato detto, non si possono più tamponare le situazioni ma prendere di petto i cambiamenti climatici che già hanno creato danni e continueranno a farlo se non si prendono provvedimenti.

“Le coste italiane – dichiara Giuseppe Di Marco, presidente regionale di Legambiente – rappresentano una delle cartine di tornasole più importanti per analizzare gli impatti che la crisi climatica sta già portando insieme agli eventi meteo estremi e al riscaldamento delle acque. Si tratta infatti di aree al centro dell’hot spot climatico del Mediterraneo e quindi particolarmente vulnerabili e che, in futuro, lo saranno ancor di più a causa dell’innalzamento del livello dei mari. Per questo è fondamentale intervenire con azioni concrete per le aree costiere approvando il piano nazionale di adattamento al clima e attuando piani e strumenti di governance che riducano il rischio per le persone, le abitazioni e le infrastrutture, e che permettano di programmare interventi volti al miglioramento della gestione dei territori. E questo vale anche per la regione Abruzzo. Così come bisogna garantire il diritto alla libera e gratuita fruizione delle spiagge e premiare dall’altro lato la qualità dell’offerta e le scelte di sostenibilità ambientale nei criteri di affidamento delle concessioni dei lidi. Rispetto al tavolo interministeriale di oggi, teniamo a precisare che purtroppo le ragioni dell’ambiente sono state tenute fuori. Non sono state invitate le associazioni ambientaliste, ma solo quelle che raggruppano gli operatori del settore e le amministrazioni”.

 

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L'autore

Carmine Perantuono
Laureato in Giurisprudenza, è giornalista professionista dal 1997. Ricopre il ruolo di Direttore Responsabile di Rete8.