La Corte di Cassazione ha respinto il ricorso presentato dalla Provincia di Teramo contro l’ordinanza di sequestro del convitto e del liceo Delfico, disposto lo scorso 3 ottobre dal tribunale su richiesta della Procura
La decisione della Suprema Corte, emessa dai giudici della prima sezione, definisce un chiaro indirizzo per eventuali sviluppi giudiziari futuri. Il ricorso, redatto dagli avvocati Gennaro Lettieri e Antonio Zecchino dell’ufficio legale dell’ente provinciale, si fondava su quattro motivi principali. In primo luogo, i ricorrenti avevano sollevato la nullità dell’ordinanza, sostenendo che gli atti della Procura, derivanti da un procedimento precedentemente archiviato, fossero inutilizzabili. Il secondo punto riguardava una presunta errata applicazione di due decreti ministeriali (del 2008 e del 2018) relativi agli indici di vulnerabilità, contestando la valutazione della Procura che indicava un rischio di crollo basato su un indice di sicurezza ritenuto insufficiente. Il terzo motivo verteva sull’assenza di prove, secondo i ricorrenti, a supporto del deficit di sicurezza sismica e strutturale dell’edificio. Infine, è stato sollevato il tema della sproporzionalità del provvedimento di sequestro rispetto alla situazione riscontrata.
Tuttavia, la Suprema Corte ha respinto tutte le argomentazioni. Il presidente della Provincia, Camillo D’Angelo, ha commentato la decisione ribadendo l’impegno per garantire la sicurezza degli edifici scolastici: «Ora la priorità, in attesa di analizzare il dispositivo completo della sentenza, è accelerare l’esecuzione dei lavori già programmati. Con la progettazione in corso e i finanziamenti pronti, manterremo la promessa fatta a studenti, famiglie e al mondo della scuola di restituire al più presto un istituto sicuro».