Con il progetto “Nidi in campagna” tra le colline di Loreto Aprutino, a partire dalla prossima primavera, sorgeranno 150 nidi artificiali per favorire la riproduzione di uccelli utili all’agricoltura e che con la loro presenza rappresentano dei veri e propri indicatori di qualità ambientale.
C’è un borgo, in Abruzzo, dove un gruppo di 6 produttori locale sceglie di mettersi insieme per investire sulla biodiversità del territorio e scommettere sulla tutela. A Loreto Aprutino le aziende Amorotti, Ciavolich, De Fermo, Talamonti, Torre de Beati e Valentini, unite alla Società Ornitologia Abruzzese (SOA), lanciano il progetto “Nidi in campagna” incentrato sull’idea di tutelare, difendere e valorizzare il territorio da un punto di vista agronomico, paesaggistico e turistico.
“Già già nel 2019 – si legge in una nota firmata dai produttori e dalla Soa – quando un anacronistico e dannoso progetto di costruzione di una centrale a biometano per lo smaltimento dei rifiuti di buona parte d’Abruzzo e del Lazio era stato paventato accanto a vigneti storici dell’areale citati già negli anni 80 da Luigi Veronelli nella sua pubblicazione sui migliori cru d’Italia, questo gruppo di produttori si era unito a difesa del proprio territorio ed era riuscito nell’intento di far abortire non solo la centrale a biometano, ma anche la successiva assurda idea di una megaporcilaia su siti archeologicamente interessati”. Da quel momento, dalla forza impiegata dal gruppo nella lotta contro qualcosa, è nato il desiderio di unirsi a favore di Loreto Aprutino”.
E’ cosi partito un progetto associativo che vede uniti i 6 produttori Amorotti, Ciavolich, De Fermo, Talamonti, Torre de Beati e Valentini per tutelare la grande biodiversità presente nell’areale agricolo di Loreto Aprutino anche con il progetto “Nidi in campagna”, proposto dalla S.O.A. (Società Ornitologia Abruzzese). L’obiettivo è incrementare la biodiversità locale nelle campagne grazie alla diffusione di 150 nidi artificiali, posti a lato di vigneti e uliveti secolari che circondano le famose colline che hanno fatto la storia di questo territorio, in modo da favorire la riproduzione di quelle specie di uccelli utili all’agricoltura (prevalentemente insettivori) e che con la loro presenza rappresentano degli indicatori di qualità ambientale.
“Per ridurre l’utilizzo di agrofarmaci – spiegano i produttori e la SOA – già molte realtà produttive intensive, come i meleti del Trentino Alto Adige, da molti anni sfruttano le capacità di talune specie di uccelli insettivori di eliminare in maniera del tutto naturale enormi quantità di larve di insetti nocivi (una coppia di cince cattura 8-10.000 larve di lepidotteri durante l’allevamento della nidiata). Tale azione è incentivata invitando gli uccelli (in particolare cinciallegre, cinciarelle e codirossi comuni) a nidificare presso i frutteti tramite il posizionamento di opportune cassette nido sui piante spontanee ed ulivi. Loreto Aprutino è un territorio in cui ancora oggi ci si imbatte in moltissimi uccelli stanziali come cinciallegre, ballerine, passeri, civette ma anche migratori come aironi guarda buoi e cenerini. E’ un territorio, insomma, di grandissima importanza ornitologica”.
Negli anni 50 e 60 Camillo Valentini il cui pseudonimo era “picchio verde” (nonno del noto produttore ), esperto ornitologo, aveva creato un centro di cattura ed inanellamento a Camposacro (Passo Cordone). E, in sinergia con il professor Chigi dell’Università di Bologna, faceva studi sulla migrazione di alcune specie. Adesso, con l’installazione dei primi 150 nidi, gli esperti della SOA potranno anche realizzare importanti studi ornitologici e attività di sensibilizzazione ed educazione ambientale.