Lupo ucciso nel Chietino con un’arma da fuoco, il responsabile rischia fino a sei mesi di carcere

L’esemplare di lupo appenninico rinvenuto a fine dicembre 2021 nel piccolo centro della provincia di Chieti dai militari della Stazione Carabinieri Forestale di Gissi, a seguito della segnalazione di un cittadino, è stato ucciso con un’arma da fuoco.

I risultati pervenuti dall’Istituto Zooprofilattico Sperimentale “G. Caporale” di Teramo non lasciano ombra di dubbio a riguardo. La giovane  femmina di quasi tre anni appariva in buono stato nutrizionale ma con evidenti lesioni che, già all’atto del ritrovamento, facevano propendere per una causa di morte violenta.

Si ricorda come questo predatore, sebbene abbia avuto, di recente, una sensibile espansione rispetto al passato in cui era oggetto di persecuzione, rimane una specie di interesse comunitario, tutelata da importanti convenzioni (Cites, Berna), direttive (Habitat) e leggi (L. 157/1992) che ne vietano l’uccisione, la cattura, la detenzione ed il commercio. Purtroppo, nonostante la lenta ripresa, il lupo è ancora oggi vittima di un rapporto conflittuale con attività antropiche legate alla caccia, all’allevamento di bestiame e, non da ultimo, di una cattiva informazione che lo rende un selvatico da temere e contrastare.

I Carabinieri forestali, grazie ai preziosi elementi forniti dall’esame autoptico, stanno intensificando l’attività info-investigativa, anche di natura balistica, volta ad accertare l’autore/i di questo reato che prevede l’arresto fino a 6 mesi.