Mafia dei pascoli in Abruzzo: fenomeno poco noto, ma particolarmente diffuso

Scoperto quasi per caso, grazie a una ricerca universitaria, il fenomeno della mafia dei pascoli in Abruzzo si è sviluppato, indisturbato, per decenni, fino a un’importante operazione della Guardia di Finanza che ha fatto emergere una realtà inquietante.

Il tema è stato affrontato nei giorni scorsi in un convegno, presso l’aula magna del Dipartimento di Farmacia dell’Università “G.d’Annunzio”, organizzato da Azione Universitaria e al quale hanno partecipato esponenti importanti di quel fronte eterogeneo, ma comune, che ha deciso di scendere in prima linea per contrastare il terribile fenomeno della mafia dei pascoli. Ricerche universitarie, inchieste giornalistiche, azioni incisive da parte dell’Autorità Giudiziaria, alleate tra loro, da almeno sette anni, per porre fine a una gestione criminale dei pascoli tra le generose vallate della nostra regione. Tutto nasce intorno al 2017, quando, nel corso di una ricerca del Dipartimento di Geografia dell’Università di Scienze Umane dell’Aquila, tra mille pastori intervistati, alcuni parlarono, senza mezzi termini, di un vero e proprio sistema fatto di ricatti, estorsione, anche attraverso l’incendio di campi o mezzi agricoli e perfino uccisione di animali, per accaparrarsi titoli sui terreni e attingere, con più facilità, a quell’enorme gruzzolo del Pac (Piano Agricolo Comunitario). La regia, secondo quanto emerso dalle indagini che ne scaturirono, ad opera della Guardia di Finanza di Pescara, curata da organizzazioni criminali, in particolare pugliesi e campane. Nel convegno dei giorni scorsi, dunque, i rappresentanti delle principali parti in lotta contro la criminalità, associazioni di pastori, giornalisti che hanno condotto inchieste approfondite, come la collega Daniela Senepa, Luca Palmieri, capitano della Guardia di Finanza di Pescara che ha coordinato l’ormai nota “Operazione Transumanza” e Lina Maria Calandra, la docente di geografia che con la sua ricerca ha fatto emergere il fenomeno:

“Si tratta di un sistema complesso che abbraccia numerosi reati – spiega la Calandra – dalla semplice estorsione a quelli legati alla truffa alla Comunità Europea. Il fenomeno, purtroppo, si è diffuso e radicato proprio perché ignoto per decenni ai più, ma ora finalmente queste organizzazioni sono braccate ed è più difficile per loro agire, ma continuano ad operare ecco perché non va abbassata la guardia.”

A Raimondo Sciarrillo di Azione Universitaria abbiamo invece chiesto come mai questo tema al centro di un incontro in Università’:

“Siamo molto sensibili al macro tema della legalità – ci spiega Raimondo – e ci sembrava opportuno affrontare anche la questione della mafia dei pascoli, fenomeno ancora poco conosciuto e per questa ragione meritevole di essere in qualche modo sviscerato”

Luca Pompei: