Ex Cofa, sindaco Pescara, rinuncia rettore Ud’A è sconfitta. Masci: “Risultato miopia politica dei ‘frenatori del no.”‘
“La rinuncia all’ex Cofa da parte del rettore dell’Università ‘Gabriele d’Annunzio’ Sergio Caputi è comprensibile dal punto di vista umano e manageriale, ma per la città di Pescara è una sconfitta che ha paternità ben precise. È il risultato della mancanza di lungimiranza e della miopia politica dei ‘frenatori del no’, quelli che si oppongono per impenetrabili preconcetti alla crescita della città e che masochisticamente sembrano godere nel precluderle una dimensione più ampia e internazionale. Un ostracismo assurdo, immotivato e alla lunga persino dannoso”. A sostenerlo in una nota è il sindaco di Pescara, Carlo Masci.
“Negli ultimi dieci anni – ricorda – è la seconda volta che la sinistra si oppone, questa volta assieme al M5S, con gli artifici dell’ostruzionismo e con quelli del polverone polemico, al riassetto pubblico dell’ex Cofa. Nel 2011 venne affossato l’accordo Regione/Camera di Commercio, e adesso si è scelto di voler sbarrare a tutti i costi le porte all’Università, quando invece logica e oculatezza vorrebbero che quelle porte fossero e rimanessero spalancate nel segno dell’accoglienza e della sinergia. L’Università è una risorsa ed è altresì un volano per Pescara, perché da essa si irraggiano la cultura, l’intelligenza e l’economia che ricadono con ogni tipo di beneficio sul tessuto urbano. Pescara è una città universitaria che, pur negli spazi sacrificati, esprime in proporzione un quoziente molto alto di presenza di studenti, ai quali fornire strutture e servizi competitivi che danno attrattività al territorio”.
“Portando avanti il discorso avviato con la ‘d’Annunzio’ la città avrebbe beneficiato anche di un auditorium e/o di un centro congressi da 1.500 posti che ne esaltano quelle potenzialità non sempre pienamente espresse. Sull’ex Cofa siamo e rimaniamo convinti che debba essere fatto ogni sforzo in termini di innovazione qualitativa, sostenibile e pubblica, e per questo in proposito rivolgo un preciso appello anche alla Regione Abruzzo, proprietaria dell’area, affinché venga avviato un percorso virtuoso per riprendere il discorso aperto con l’Università, oppure per realizzare la propria sede in quegli spazi, oppure per trasferirli al Comune. In tal modo si sgombererebbe da subito ogni possibile suggestione speculativa su quelle aree, che guarda caso si rimaterializza ogni qual volta i ‘frenatori del no’ si frappongono davanti ai progetti di valorizzazione e di crescita”.
“Per quanto mi riguarda – ha aggiunto – cercherò di convincere il magnifico rettore a superare questa fase di delusione e di perseguire un progetto di investimento sulla città, prospettando al mondo accademico quanto Pescara avverta la necessità di puntare in alto e di avvalorare idee ambiziose in termini di profilo culturale e di crescita sociale. In qualità di sindaco mi impegno sin d’ora a non lasciare nulla di intentato affinché Pescara possa fornire all’Università tutte le risposte più pertinenti, utili ed efficaci in termini di spazi e di servizi. L’Ateneo dannunziano merita una sede prestigiosa, importante, architettonicamente elegante e funzionale, così come la città merita un forte segno identitario che ne esprima la sua naturale vocazione verso lo studio, il progresso e il futuro”.