Sorvegliato 24 ore su 24, in una cella di poco più di dieci metri quadrati nel supercarcere dell’Aquila. Prima ora d’aria per Matteo Messina Denaro arrivato in Abruzzo, prima con un volo militare da Palermo a Pescara e poi scortato in auto verso il capoluogo e il carcere Le Costarelle. Sorridente e attivo, per lui sedute di chemioterapia direttamente in carcere
Il boss Matteo Messina Denaro potrebbe partecipare domani in videconferenza all’udienza del processo ai mandanti delle stragi di Capaci e via D’Amelio in corso davanti alla corte d’assise d’appello di Caltanissetta. A quanto si apprende, nel penitenziario di massima sicurezza de L’Aquila è già stata allestita una sala attraverso la quale si svolgerà il collegamento.
L’ormai ex latitante più ricercato d’Italia ha passato tranquillo la prima giornata in carcere, durante la quale è stato affidato alle cure dei medici della Asl che operano all’interno dell’istituto. Sono state valutate le condizioni cliniche del boss, che continuerà ad essere monitorato costantemente e le cui cure gli saranno somministrate all’interno dello stesso istituto di pena, nella cella di primo soccorso che si trova all’interno della sezione in cui è recluso. Non sono previste infatti visite mediche all’esterno, se non per eventuali interventi chirurgici. Secondo quanto si è appreso, nonostante uno strettissimo riserbo, tutte le terapie e le procedure verranno attuate preferibilmente in carcere per ridurre al massimo gli spostamenti in ospedale che farebbero scattare misure di sicurezza molto importanti.
Matteo Messina Denaro è stato sottoposto questa mattina ad una lunga visita medica nel penitenziario di massima sicurezza dell’Aquila. L’ex
superlatitante, affetto da una malattia, in questi sue prime ore di detenzione al 41 bis si è dimostrato molto attivo e apparentemente sereno.
Si è trattato dell’inizio della complessa procedura, medica e organizzativa, che porterà a stilare un programma di cure per il boss mafioso catturato lunedì e richiuso da ieri all’Aquila in regime di 41bis. Nulla viene fatto trapelare sulle condizioni del boss: è certo che i sanitari stanno esaminando esami e documenti inviati dai medici di Palermo, poi verrà stabilita la strategia d’intervento tra cui anche la chemioterapia. Somministrazione che, secondo quanto si è appreso, sarà effettuata in uno spazio riservato in carcere alla presenza dell’oncologo, molto probabilmente lo stesso professor Mutti. Comunque, emerge da fonti sanitarie, la Asl provinciale dell’Aquila ha preso in
carico il paziente ed è in continuo contatto con l’Amministrazione carceraria.
Matteo Messina Denaro si trova in una delle celle singole del carcere dell’Aquila. Secondo quanto si apprende da fonti qualificate il boss mafioso è tranquillo ed è stato affidato alle cure dei medici della Asl che operano all’interno del penitenziario. La cella, di poco più di dieci
metri quadrati, si trova in una delle sezioni del carcere che ospita in totale 159 detenuti, di cui 12 donne. Tra loro c’è anche la terrorista Nadia Desdemona Lioce, condannata all’ergastolo per gli omicidi D’Antona e Biagi.
La situazione è molto delicata. Nessuno dei sindacati di polizia penitenziaria parla perché tutto è gestito direttamente dal ministero. All’Aquila nei giorni scorsi c’è stato un grande fermento, i carabinieri da quel che si sa hanno dovuto bonificare sia l’autostrada che la strada normale. Presente alle operazioni anche il garante dei detenuti della regione Abruzzo Gianmarco Cifaldi.
Matteo Messina Denaro ha già fatto la sua prima ora d’aria, si è organizzato la cella ed è molto attivo, mostrandosi sempre sorridente con il personale che incrocia nel carcere, secondo quanto trapela da indiscrezioni che aggiungono: “Il suo sarebbe un comportamento anomalo rispetto a come si comportano di solito i detenuti al 41 bis”.
Non è escluso che le sedute di chemioterapia possano essere disposte in massima sicurezza in una struttura all’esterno del carcere.
“Riceverà lo stesso trattamento di tutti gli altri detenuti con patologie sanitarie – spiega il Garante dei detenuti dell’Abruzzo, Gianmarco Cifaldi -. Garantiremo il suo diritto alla salute”.
Subito dopo l’arresto, a pochi passi dalla clinica privata palermitana La Maddalena dove era in cura, Messina Denaro è stato trasferito con un volo militare in Abruzzo, scortato dal Gruppo d’intervento speciale dei carabinieri e dai Ros. Le fasi di accoglienza di routine hanno riguardato la registrazione del detenuto, attraverso le foto segnaletiche e la registrazione delle impronte digitali. Poi è stato portato nella sezione, probabilmente quella che si trova al piano terra del carcere, dedicata ai detenuti considerati ‘più pericolosi’. La sua cella non differisce per nulla da quelle degli altri, con un letto saldato a terra, un gabinetto e una televisione con i canali bloccati. Non è possibile infatti avere accesso alle emittenti regionali, per evitare il rischio che possano in qualche modo essere trasmessi messaggi in codice destinati ai boss. Sul muro della cella è installata una videocamera che registra minuto per minuto ogni movimento del boss. Immagini che poi vengono vagliate e analizzate dai poliziotti del Gom, il Gruppo Operativo Mobile. Si tratta di agenti penitenziari gestiti non dal Provveditorato regionale, ma direttamente dal Dap e i cui turni vengono cambiati casualmente ogni giorno, anche tra penitenziari diversi. Le telecamere sono presenti, inoltre, in ogni corridoio o sezione del carcere, senza lasciare alcun angolo scoperto o spazi dove potersi nascondere.
La vita all’interno dell’istituto prevede per i detenuti l’assoluto divieto di socialità o di incontro, con appena un paio di ore d’aria al mese. C’è comunque la possibilità di accedere alla biblioteca o di leggere i giornali, in alcuni casi censurati se riportano fatti o articoli riguardanti processi nei quali siano coinvolti, anche indirettamente, i detenuti stessi.
Esistono solo celle singole e per ogni sezione è predisposta una cella come presidio sanitario. In questo modo i detenuti non devono spostarsi dal proprio corridoio – composto da file di cinque o sei celle per lato – per poter ricevere le cure dei medici.
Messina Denaro comincerà nelle prossime ore, all’interno del carcere di massima sicurezza Le Costarelle dell’Aquila nel quale è rinchiuso, la somministrazione della chemioterapia per curare il cancro contro il quale combatte da oltre un anno. Nel momento in cui alla Asl provinciale dell’Aquila hanno avuto la certezza del trasferimento, è scattato il complesso protocollo: in queste ore si sta allestendo una stanza ad hoc all’interno dell’istituto di pena per sottoporre il boss mafioso, arrestato ieri a Palermo dopo 30 anni di latitanza, alla chemioterapia. Secondo quanto si è appreso, sarà direttamente il primario del reparto a gestione universitaria, Luciano Mutti, tra l’altro arrivato all’ospedale ‘San Salvatore’ da poco, a gestire in presenza le delicate cure. Questo per assistere il boss, che sarebbe in gravi condizioni, in caso di reazioni negative o effetti collaterali. Una decisione del genere è stata presa, tra l’altro, per ragioni di sicurezza rispetto alle problematiche che avrebbe creato il trasferimento, molto probabilmente per più giorni a settimana, al ‘San Salvatore’ dalla frazione aquilana di Preturo dove è ubicato il supercarcere.
Al momento all’Aquila sono presenti 159 persone, di cui 12 donne. Sono tutte in regime di 41 bis ad eccezione di una ventina di detenuti che sono destinati però ai lavori di manutenzione o di cucina all’interno del carcere. In nessun modo possono interagire con chi è sottoposto al carcere duro. Questi ultimi, tutti condannati per reati legati alla mafia o al terrorismo, possono incontrare esclusivamente i propri legali o i familiari negli orari previsti dal regolamento.