Monopolio di Trenitalia sull’Adriatica: Federconsumatori chiama il garante

L’Osservatorio alla mobilità di Federconsumatori punta il dito sul regime di monopolio di Trenitalia sulla Linea Adriatica da Bari a Bologna parlando di tariffe troppo alte.

Nulla di giuridicamente rilevante, ma le decisioni di Trenitalia, secondo Federconsumatori che annuncia una specifica segnalazione all’Authority della concorrenza e del mercato, determinano un’ingiustizia evidente a danno dei cittadini già danneggiati dalla mancanza dell’Alta Velocità. Il riferimento è alle tariffe imposte sull’intera linea adriatica da Bari a Bologna, in particolare per il Frecciabianca. Prezzi decisamente più alti rispetto ad altre linee dove vige un regime di concorrenza. Questa nel dettaglio l’analisi di Federconsumatori:

In  questo modo Trenitalia non solo altera le regole del mercato, ma  agisce in modo iniquo rispetto alle varie aree dell’Italia, contravvenendo a quanto previsto dal punto 2.1.1 della DPCM del 30.12.1998: “eguaglianza e imparzialità : i soggetti erogatori devono garantire….pari trattamento , a parità di condizioni del servizio prestato, sia fra le diverse aree geografiche di utenza, sia fra le diverse categorie o fasce di utenti”. In realtà Trenitalia non garantisce pari trattamento tra i cittadini che utilizzano il treno lungo la Direttrice Adriatica (ma vale anche sulla linea Roma-Pisa-Genova-Torino e sulle altre dove circolano le Frecce Bianche) e quelli che lo utilizzano  sulla linea dell’Alta Velocità. Naturalmente nessuno chiede  lo stesso servizio in tutte le aree del Paese, ma non è giusto offrire servizi notevolmente diversi e poi imporre lo stesso prezzo. Anzi, è possibile affermare con certezza che i cittadini che non possono disporre delle Frecce Rosse in circolazione sull’Alta Velocità, pagano prezzi dei biglietti più alti di quelli che dispongono dell’Alta Velocità.  E più passano gli anni, più cresce il divario. Quando abbiamo iniziato la rilevazione, esisteva una quasi parità tra il prezzo chilometrico per viaggiare con la Freccia Rossa sull’Alta Velocità (Roma-Milano, per intenderci) , e il prezzo a chilometro per viaggiare sulle Frecce Bianche (Pescara-Milano, sempre per esempio). Con il passare degli anni il prezzo del biglietto di una Freccia Bianca è diventato sempre più alto rispetto a quello pagato su una Freccia Rossa dell’Alta Velocità. Questa ingiustizia è resa possibile dal doppio regime   dell’offerta di  Trenitalia: da una parte – teoricamente – esiste il mercato, ma in realtà Trenitalia opera in regime di monopolio (come sulla linea Bari-Pescara-Bologna). E qui i prezzi dei biglietti possono essere aumentati ad libitum. Dall’altra c’è veramente il mercato e Trenitalia, non solo non aumenta i prezzi, ma addirittura li riduce per battere la concorrenza. Trenitalia ha trovato la soluzione  per vincere la sua guerra nel mercato : aumentare il prezzo dei biglietti dove agisce in regime di monopolio, drenando così risorse utili per ridurre il prezzo del biglietto dove la concorrenza c’è veramente. Ma così ci sono intere aree del Paese che diventano ostaggio della politica tariffaria di Trenitalia. E qualcuno deve impedirlo. Se non li ferma nessuno, Trenitalia sbaraglierà la concorrenza, ma non perché sono più bravi, ma perché hanno a disposizione il Pozzo di San Patrizio dove attingere le risorse necessarie per vincere. E questo pozzo è costituito dall’offerta in circolazione dove manca la concorrenza. Consideriamo le condizioni alle quali si realizza l’offerta di Trenitalia lungo la D.A. e quelle delle quali possono disporre i passeggeri lungo la linea ad Alta Velocità  (Roma-Firenze-Milano): da Roma a Firenze (km 316), si può scegliere di viaggiare, per esempio, con una Freccia Rossa  (tempo impiegato 90′) pagando il biglietto 24,00 euro, oppure con un Regionale Veloce  pagando 21,65 (simulazione effettuata per viaggiare il giorno 20.9.2018). Mentre un analogo viaggio Giulianova-Bologna (Km 313) con Freccia Bianca (tempo impiegato  178′) costa 29.90 euro, e non esiste né un’offerta che ne riduca il prezzo, né  una alternativa con i treni regionali veloci. Ancora peggiore è il confronto tra l’offerta Roma-Milano e Pescara-Milano. Nel primo caso i 632 chilometri vengono percorsi con una Freccia Rossa in 2 h e 59′ (vel. comm. oltre 210 Km/h) e il biglietto costa dai 39 ai 59 euro (l’offerta più frequente è di 46 € – simulazione effettuata il 16.9. per una partenza del 20.9.2018). I 569 chilometri che separano Pescara da Milano vengono invece percorsi da una Freccia Bianca minimo in  5h e 12′, massimo in 5h e 30′ ( vel. comm. inferiore ai 110 Km/h); il biglietto di sola andata  per la Freccia Rossa costa 59.50 euro. Questo significa che per ogni chilometro percorso con una Freccia Rossa sulla linea ad AV il passeggero paga da 0,073 euro (Roma-Milano) a 0,076 ( Roma-Firenze), mentre per ogni chilometro percorso sulla linea Adriatica con una Freccia Bianca, il biglietto costa molto di più: 0,096  Giulianova-Bologna e  0,105 Pescara-Milano. Se poi il viaggiatore Roma-Milano decide di effettuare un viaggio di andata e ritorno, paga 69,00 euro (0,055 euro al chilometro) , mentre  da Pescara a Milano l’andata e ritorno costa 109 euro (0,096 euro al chilometro: quasi il doppio del passeggero Roma-Milano !). Eppure l’ormai ex AD Renato Mazzoncini in una intervista ai giornali del 31.5.2018 ha affermato che più il treno è veloce, più deve costare il biglietto. In realtà in Italia non succede così; e se nessuno riesce ad invertire la tendenza, Trenitalia costringerà a pagare biglietti sempre più alti ai cittadini che non dispongono dell’offerta a mercato. La situazione potrebbe degenerare con le cosiddette “offerte”: dal 10.01 fino al 28.02.2019 Trenitalia consentirà di viaggiare sulle Frecce Rosse e Frecce Argento al prezzo di 19.90. E’ una bella cosa per chi potrà farne uso. Addirittura in molti casi converrà viaggiare con la Freccia Rossa anziché con il regionale. Occorre però capire : perché solo Freccia Rossa e Freccia Argento? Forse perché fondamentalmente questi treni viaggiano dove c’è la concorrenza, mentre le Frecce Bianche – escluse dall’offerta-  viaggiano in regime di monopolio e quindi possono fare a meno dell’offerta ? Se è così questo significa accentuare ancora di più  il divario dei prezzi tra i cittadini costretti a subire il monopolio di Trenitalia, e quelli che possono beneficiare del mercato (abbiamo simulato un viaggio con Freccia Rossa da Roma a Milano per il giorno 05 febbraio 2019, e un viaggio da Pescara a Milano con la Freccia Bianca per lo stesso giorno.  Nel primo caso il biglietto costa 19.90 euro anche se fatto su Freccia Rossa; nel secondo caso costa mediamente il doppio, anche se la velocità della Freccia Bianca è circa la metà della Freccia Rossa, e i chilometri percorsi sono di meno – 569 contro 632) Ci sarà anche qualche “biglietto omaggio” sulla linea adriatica, ma chi può conoscere veramente i dati ? E’ possibile sapere quanti posti sono acquistabili in offerta sulle Frecce Bianche in circolazione da Bari a Milano, e quanti sono disponibili sulle Frecce Rosse Roma-Milano? Perché la quantità di posti disponibili a prezzo ridotto grazie all’offerta, altera la qualità dell’offerta. E non è difficile pensare che questa alterazione avvenga ancora una volta a danno dei cittadini privi non solo dell’Alta Velocità, ma soprattutto della concorrenza che su questa linea si è sviluppata. E siccome la linea dell’Alta Velocità è stata realizzata con le risorse di tutti gli italiani, non è giusto che chi, anche per ragioni comprensibili, ne è privato, debba continuare a pagare una tassa per consentire di ridurre la tariffa da pagare agli italiani che dispongono di quel servizio.

 

Luca Pompei: